L’arresto dopo l’elezione. I carabinieri e la Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Messina, hanno posto ai domiciliari il neodeputato regionale, Cateno De Luca, e il presidente della Fenapi (Federazione Piccoli Imprenditori), Carmelo Satta, in quanto sospetti promotori di un’associazione per delinquere finalizzata a realizzare una rilevante evasione fiscale di circa 1,750 milioni di euro.
Eletto all’Ars con 5418 preferenze, nella lista messinese di Udc – Sicilia Vera che sosteneva Musumeci, De Luca era tra quelli considerati impresentabili dal Movimento 5 Stelle. Secondo gli investigatori, sarebbe stata individuata una fitta rete di società che avrebbe messo in piedi un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie con lo scopo di evadere le imposte. ”Lo schema evasivo emerso prevedeva l’imputazione di costi inesistenti – confermano gli inquirenti – da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”.
De Luca, già sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa Riva, si era appena proposto come primo cittadino di Messina e Taormina. Entrato all’Ars nel 2008, si svestì pubblicamente nelle stanze del Parlamento e, coperto solamente dalla bandiera della Trinacria, con la Bibbia in mano protestò contro l’esclusione dalla commissione Bilancio. Non essendosi ancora insediato, considerando che lo spoglio è avvenuto due giorni fa, De Luca non gode dell’immunità. Al suo posto, secondo il criterio dello scorrimento, nel parlamento regionale dovrebbe subentrare Danilo Lo Giudice, secondo degli eletti nelle liste Udc – Sicilia Vera.