Francesca Elisa Leonelli è la presidente di Retake Roma, un’associazione di volontariato che da oltre dieci anni è impegnata nella lotta al degrado. A Lumsanews spiega il ruolo della sua associazione a supporto della cura della città.
Quanto incidono, nella situazione di degrado a Roma, l’assenteismo dell’amministrazione capitolina e l’assenza della cultura della manutenzione ordinaria?
“Incidono al 50%. Dall’esperienza della nostra associazione siamo convinti che il decoro e la pulizia dei quartieri dipendano per metà da una buona gestione ordinaria e straordinaria dell’area, e per l’altra metà dall’educazione delle persone. Sicuramente incide negativamente la mancanza di servizi volti alla cura dei luoghi ma molto dipende anche dallo spirito delle persone che vivono queste situazioni”.
Quali tipi di iniziative vengono messe in campo per contrastare questo fenomeno? I cittadini rispondono positivamente alle vostre azioni?
“Quello che facciamo da più di dieci anni è riportare i cittadini ad avere un ruolo attivo nella città, sentirsi protagonisti degli scenari che vivono. Quartiere per quartiere, durante i weekend, vengono organizzati eventi di cura delle strade, delle scuole o di un piccolo parco. La risposta negli anni è stata molto variegata: a volte le persone seguono il buon esempio che viene dato dai cittadini Retake e dai volontari; molti si avvicinano incuriositi e li vedi all’appuntamento successivo. Altre volte riscontriamo perplessità perché la gente pensa che sono attività di cui si dovrebbe occupare l’amministrazione. Noi però siamo convinti che anche in una città in cui tutto è al proprio posto i cittadini hanno un valore aggiunto da dare, aggregandosi e creando delle comunità locali attente alla sicurezza e alla cura dei quartieri”.
Il Comune ha dato in adozione oltre 200 aree verdi ai cittadini con l’obiettivo di sviluppare patti di collaborazione. Ritenete sia la soluzione giusta per sostenere la riqualificazione di queste aree?
“Noi siamo dei forti sostenitori della regolamentazione dei beni comuni, che permette di disciplinare i cosiddetti “patti di collaborazione”, che rappresentano il più alto livello di cittadinanza attiva. L’adozione fa sì che un insieme di cittadini si ritrovi ad occuparsi di tutto ciò che concerne quel parco o di quel bene oggetto dell’adozione in comune. Noi come Retake non abbiamo mai fatto adozioni perché siamo convinti che il ruolo del cittadino non debba essere quello di rimpiazzare un’istituzione mancante, ma di svolgere un’azione complementare. I patti di collaborazione nascono per dare pari dignità sociale ai cittadini che devono co-organizzarsi per curare, mantenere un bene o creare eventi culturali”.