Proseguono incessanti le ricerche di Mario Bozzoli, l’imprenditore 50enne scomparso giovedì scorso mentre si trovava all’interno della sua fonderia a Marcheno nel Bresciano. Finora i tentativi di individuare l’uomo sono stati vani: i vigili del fuoco hanno aperto i tombini e controllato la rete fognaria all’interno dei 3.000 mq della fabbrica, ultimo posto in cui è stato visto Bozzoli. Le ricerche iniziate poche ore dopo la scomparsa da carabinieri, protezione civile, vigili del fuoco, corpo forestale, con il supporto di unità cinofile sul versante montano della Valtrompia Vandeno hanno dato esito negativio come nell’area adiacente al fiume Mella che è stato controllato senza risultato.
La scomparsa dell’imprenditore bresciano è avvolta nel mistero e il personale del Ris di Parma continua a analizzare ogni traccia trovata nel perimetro e nei capannoni aziendali, nell’auto che Bozzoli utilizzava abitualmente e sugli abiti rimasti nella fabbrica, sperando di isolare qualche elemento utile alle indagini.Nelle ultime ore sono stati sentiti nuovamente i familiari, specie la moglie che ne ha denunciato la scomparsa la sera di giovedì dopo che Bozzoli le aveva telefonato intorno alle 19.15 dicendogli che si sarebbe cambiato e la avrebbe raggiunta a casa in pochi minuti. Il fratello del titolare e i dipendenti ascoltati dai carabinieri non hanno saputo fornire nessun elemento utile alle ricerche e al momento non è esclusa esclusa nessuna pista investigativa anche se il livello di fatturato aziendale, in attivo per milioni di eruro, ha portato gli inquirenti a trascurare la possibilità che Bozzoli si sia suicidato.
Nell’aziendagiovedì sera si trovavano oltre all’imprenditore tre dipendenti. Il sistema di videosorveglianza interno non ha registrato nulla di anomalo e l’uomo non sembra essersi allontanato dalla fonderia né essersi spostato da un capannone all’altro o aver raggiunto lo spogliatoio dove all’inetrno dell’armadietto sono state trovate le chiavi della macchina rimasta parcheggiata nel piazzale.
Emanuele Bianchi