Non accenna a placarsi la polemica a distanza tra il Movimento 5 Stelle e gli altri partiti sulla proposta di legge per il taglio delle indennità parlamentari, il cui iter inizia oggi alla Camera. Dopo le accuse di Roberta Lombardi al PD, reo secondo la grillina di voler costruire una casta contro la proposta pentastellata, non si è fatta attendere la replica del premier.
Ospite ieri pomeriggio della trasmissione In mezz’ora su Rai 3, Renzi ha assicurato alla conduttrice Lucia Annunziata che il Partito Democratico studierà la proposta, puntualizzando però che la stessa “nel merito rischia di non funzionare. Perché ai parlamentari anziché dare l’indennità piena, non la diamo per le presenze in Aula?”. Il premier ha proseguito poi pizzicando il vicepresidente della Camera: “Di Maio, ad esempio, ha il 37% delle presenze: e allora diamogli il 37% delle indennità”. Renzi non ha risparmiato un attacco finale a tutti i 5 stelle, accusati di recitare la parte dei puri, pur comportandosi nella realtà come tutti gli altri politici.
A tal proposito, il sito web del Corriere della Sera da stamattina fornisce una proiezione complessiva delle presenze e delle assenze in Parlamento, delineando un quadro non edificante anche per altri partiti. Secondo queste speciali classifiche, in cima al podio degli assenteisti del Senato c’è Niccolò Ghedini di Forza Italia, con un emblematico 0,85% di presenze sul totale delle sedute, seguito da Denis Verdini, leader di Ala, con il 10,74% di presenze e Giulio Tremonti, di Gal, con il 18,33% di presenze. Il miglior assenteista della Camera riesce nell’impresa di abbassare ancora di più la percentuale di presenze: Antonio Angelucci, di Forza Italia, 0,44% di presenze, seguito dai colleghi di partito Marco Martinelli, con l’8,65% di presenze e Francantonio Genovese, giustificato (ma non troppo) dagli arresti domiciliari cui è stato sottoposto dal maggio 2014 al novembre 2015. L’unica casta che sembra emergere dai dati appena esposti è quella della non politica.