L’Iran “non avrà mai la bomba atomica”. Così, senza troppi giri di parole, il nuovo presidente Hassan Rohani ha esordito ieri durante un’intervista fatta, non a caso, all’emittente americana Nbc News. Ulteriori e incoraggianti spiragli di un dialogo che tra Iran e Usa si era interrotto nel lontano ’79, quando il sequestro dei 52 ostaggi americani nell’ambasciata Usa a Teheran, rilasciati 2 anni dopo, segnò la rottura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra i duepaesi.
”Non abbiamo mai perseguito o cercato un’arma nucleare e non lo faremo in futuro” ha poi proseguito, assicurando anche di avere il pieno controllo e l’autorità completa sulla questione, oltre alla benedizione dell’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della repubblica sciita iraniana.
Segnali di distensioni si erano avuti anche qualche settimana fa con uno scambio di lettere col presidente Obama, un contatto iniziale che Rohani ha definito “costruttivo” e che potrebbe cambiare l’atmosfera nelle relazioni non solo con gli Stati Uniti, ma con tutto il resto dell’Occidente. Anche se l’opzione militare per impedire che Teheran costruisca l’atomica resta: “Credo che gli iraniani comprendano che la questione nucleare è un problema ben più importante per noi che quello delle armi chimiche siriane” ha dichiarato Barak Obama.
Così mentre da una parte il presidente americano ridimensiona i toni, dall’altra quello iraniano sta cercando di migliorare la situazione, mantenendo la promessa di maggiori libertà politiche fatta in campagna elettorale. È stata infatti annunciata la scarcerazione di alcuni prigionieri, tra i quali spicca il nome di Nasrin Sotoudeh, l’avvocato e attivista iraniana per i diritti umani. La donna, figura di spicco dell’opposizione e collaboratrice di Shirin Ebadi, premio Nobel della pace 2003, due anni fa era stata condannata a 11 anni di galera per “cospirazione contro la sicurezza dello Stato”. Restano invece agli arresti domiciliari Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, i candidati rivali di Mahmud Ahmadinejad alle presidenziali del 2009 imprigionati nel febbraio di due anni fa dopo aver portatao in piazza la denuncia di sospetti brogli elettorali.
Un rilascio che avviene a poca distanza dalla 68esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un appuntamento durante il quale Rohani avrà la possibilità di conferire alla Repubblica islamica un nuovo ruolo internazionale.
Manuela Moccia