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Sfogo di Prandelli: «Se serve non andiamo agli Europei». Buffon, assegni sospetti per un milione e mezzo di euro

di Claudio Paudice01 Giugno 2012
01 Giugno 2012

«Se ci dicessero che per il bene del calcio italiano la Nazionale non deve andare agli Europei, per noi non sarebbe un problema». Ci va giù pesante, il ct Cesare Prandelli. Sfogo o minaccia che sia, la sua dichiarazione fa tremare i tifosi degli azzurri. «Ci sono cose – sottolinea l’allenatore – che reputo più importanti. Non mi piacciono le crociate, mi piacciono i confronti e non le prese di posizione senza pensare alle conseguenze. Vorrei parlare solo di calcio, ma quello che sta succedendo ci impone qualcosa di diverso».

Le carte dell’inchiesta. Non è ancora certo se quegli assegni per un milione e mezzo di euro fossero destinati a scommesse. Ma il rapporto della Guardia di Finanza, allegato all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Cremona nei giorni scorsi per diversi giocatori, mette il capitano della Nazionale Gianluigi Buffon alle strette.

Si tratta di una richiesta del pm di Torino Cesare Parodi, datata 29 dicembre2011, incui il magistrato chiede alla procura di Cremona la trasmissione di alcuni atti che potrebbero interessare il suo ufficio. La procura di Torino aveva infatti avviato un’indagine su Buffon in seguito a una segnalazione fatta dalla Banca d’Italia alla Gdf. Il conto corrente del capitano della Nazionale, si legge nell’informativa datata maggio 2011, avrebbe registrato «un’anomala movimentazione caratterizzata dall’emissione nel periodo gennaio 2010-settembre 2010 di 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra 50mila ed euro 200mila per un totale di 1.585.000 tutti a favore di Alfieri Massimo (titolare di tabaccheria a Parma, abilitata, tra l’altro, alle scommesse calcistiche».

La risposta dell’avvocato. Marco Valerio Corini, difensore legale di Buffon – continua l’informativa – «si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon. L’avvocato ha, inoltre, accennato ad una società fiduciaria e all’acquisto di immobili a Parma, senza specificare l’esistenza o meno di scritture private o atti di compravendita donazione. L’istituto di credito segnalante ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate». I trasferimenti all’amico (anche se pare che la madre del tabaccaio abbia negato l’amicizia) sono cessati a luglio2010, in coincidenza «con la richiesta di chiarimenti avanzata» dalla banca. Il capitano della Nazionale non è attualmente iscritto nel registro degli indagati.

Qualcosa non torna. L’analisi della Gdf dimostra però «come a fronte dei rilevanti fondi trasferiti a Buffon, sono puntualmente identificabili addebiti di importo abbastanza comparabile tramite Rid a favore» di Lottomatica Spa e Lis Finanziaria Spa. Non va escluso quindi che il portiere della Juventus «abbia posto in essere un’intensa attività finanziaria legata al mondo delle scommesse sportive».

Le polemiche. Solo due giorni fa Buffon aveva puntato il dito contro i magistrati, definendo «vergognosa» la fuga di notizie sul calcioscommesse. Gli occhi ora sono tutti puntati sul pm Roberto Di Martino, il magistrato più in vista della procura cremonese. Non potevano mancare quindi i sospetti sul perché il rapporto della Gdf sia uscito solo ieri, e solo dopo le dichiarazioni al vetriolo del portiere della Nazionale. «Quello che sicuramente è singolare, è che questa informativa esca oggi. Il fatto poi che Buffon non sia neppure indagato, stupisce doppiamente» ha dichiarato il presidente della Juventus Andrea Agnelli. L’avvocato di Buffon è stato ancor meno formale, definendo «un’imboscata» la nota delle fiamme gialle e la sua pubblicazione. Ma pare si tratti di una pura coincidenza: il 29 dicembre scorso, il procuratore di Torino Parodi aveva letto sul quotidiano “la Stampa” una notizia proveniente da Cremona che parlava di un’intercettazione nella quale si faceva riferimento al passato poco edificante di Buffon. Il capitano della Nazionale si era infatti trovato coinvolto in un caso simile già nel 2006. Allora la sua posizione venne archiviata dopo che ebbe raccontato ai magistrati di aver bruciato una fortuna non in scommesse, ma a causa di un videogioco d’azzardo. Parodi decise quindi di scrivere al collega lombardo per avere la trascrizione integrale degli atti in possesso dei colleghi di Cremona. A supporto della richiesta, il pm torinese accluse l’intera relazione della Gdf. Che è finita tra i documenti allegati agli arresti disposti lunedì scorso. Molto prima quindi della polemica con Buffon.

Claudio Paudice

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