HomeCronaca Razzismo e cattivi odori: per il giornalista di Torino non è la prima volta…

Razzismo e cattivi odori: per il giornalista di Torino non è la prima volta…

di Claudio Paudice23 Ottobre 2012
23 Ottobre 2012

«I napoletani li distinguete dalla puzza, con grande signorilità». L’uscita infelice è costata cara al giornalista del Tgr Piemonte Giampiero Amandola. Il servizio sugli umori dei tifosi prima della partita Juventus-Napoli, giocata sabato scorso, potrebbe essere l’ultimo, almeno per un po’. La Rai ha infatti sospeso Amandola. Non è la prima volta comunque che il giornalista si occupa di cattivi odori. Pare piuttosto che di puzze se ne intenda. Di stile un po’ meno. L’anno scorso il Tg1 mandò in onda un suo servizio da Vercelli sulla più grande fagiolata d’Italia dove, racconta Amandola, c’erano «1600 calderoni per ventimila stomaci pronti a gonfiarsi di fagioli con le inevitabili, rumorose, dispersioni nell’aria». E non si trattava certo dei piccoli fagioli neri, ci tiene a precisare Amandola: «Qui ci sono i Saluggia, i migliori, diabolici da amare e rimbombare» conclude. Se voleva far rumore, col suo ultimo servizio ci è riuscito. Con grande signorilità, s’intende.

Le polemiche. Il video incriminato è stato definito «inqualificabile e vergognoso» dai vertici di Viale Mazzini, che in una nota «hanno espresso il loro sdegno per l’increscioso episodio e si augurano che gli uffici competenti applichino la massima celerità e severità nel giudicare l’accaduto. Il direttore generale Luigi Gubitosi si è scusato personalmente e a nome dell’intera azienda con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris». Oltre alla frase razzista del giornalista, il servizio riprende anche tre tifosi juventini che inneggiano al Vesuvio: «Lavali con il fuoco». Un coro che non è certo sconosciuto a chi frequenta stadi o anche solo i bar dello sport, ma che per molti poteva tranquillamente essere tagliato.

Le ferite “storiche”. La fretta, si è detto, può essere causa di certe sviste e svarioni. Ma qui la caduta di stile ha fatto parecchio baccano. E ha riaperto vecchie ferite, antiche se non antiquate, certamente risorgimentali. Il sindaco di Napoli De Magistris ha affermato: «Lo stereotipo continuo sui napoletani e sul Sud è inaccettabile, il Sud è stato determinante per l’unità d’Italia e senza Napoli nel 1861 non ci sarebbe stata l’unità in termini economici e di persone». Roberto Saviano su twitter ha rilanciato: «Quando i piemontesi fecero l’inventario di tutto quanto fosse presente nella Reggia di Caserta e nel bagno videro un bidet, non capendo cosa fosse scrissero: “Oggetto sconosciuto a forma di chitarra”. Pensare a questa storiella mi riconcilia». Massimo Gramellini, suLa Stampa, smorza i toni scrivendo che sì, i piemontesi non avevano il bidet, ma avevano le fogne, mentre i Borbone tenevano la popolazione a sguazzare nella melma. Tante polemiche, inutili peraltro, conclude Gramellini: «A scanso di equivoci, per lo scudetto tifo Napoli».

Claudio Paudice

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