Tra le grandi incertezze che animano tutto il mondo sportivo italiano nella “Fase2”, dopo la fine del lockdown, una delle incognite più grandi riguarda senza dubbio la ripartenza della terza serie del calcio professionistico. A lanciare l’allarme di una ripartenza sempre più difficile per la competizione è stato il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli. “Quello che è uscito dal Consiglio federale non mi soddisfa per nulla”, ha sottolineato ieri il presidente. “Noi non siamo in grado di tornare a giocare, ce lo hanno detto anche i 60 medici sociali”, ha continuato Ghirelli, ribadendo quanto stabilito nei giorni scorsi dall’Assemblea di Lega Pro, aggiungendo che “il calcio va riformato nella sua cultura”. Secondo il presidente, la serie C “non è in grado di assicurare la certezza delle misure per salvaguardare la salute”. Il punto nodale all’origine delle tante incertezze sulla ripartenza è il nuovo Protocollo sulla sicurezza di giocatori, tecnici e lavoratori dentro e fuori dal campo, stilato per tutelare la salute degli addetti durante la pandemia Covid. La decisione definitiva sulla ripartenza ci sarà il 28 maggio prossimo ma, da quanto è già trapelato, i costi sarebbero molto alti e, proprio per questo, ben 53 club su 60 opterebbero per non ripartire: le squadre ritengono infatti di non essere in grado di poter onorare finanziariamente le spese.
Come riportato anche da La Gazzetta dello Sport, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ieri ha inviato una lettera a tutte le società della terza serie di calcio professionistico italiano, per cercare una mediazione. L’obiettivo della Federazione è infatti quello di evitare strappi e ricorsi dei club contro la decisione finale: “La delibera adottata ieri è un inno al gioco” spiega Gravina, motivando così ai club la scelta del consiglio federale di portare a termine la stagione di tutti i campionati professionistici. “Al desiderio di confrontarsi sul campo, di giocare e competere regolarmente – prosegue Gravina – va unita la tutela della salute di tutti i protagonisti”. Per il presidente della Federcalcio “il percorso che abbiamo tracciato prevede la ripresa regolare del campionato solo se nelle prossime settimane i protocolli sanitari divenissero pienamente applicabili anche in Lega Pro”. Il numero uno della Federazione conclude quindi con un richiamo alla responsabilità: “L’imprevista emergenza pandemica da Covid-19 e la crisi economica che ne è conseguita impongono al mondo del calcio comportamenti adeguati alla situazione che stiamo vivendo” e sono quindi necessarie “scelte radicali, fondamentali per la sopravvivenza dell’intero sistema”.
La spaccatura al momento rimane dentro la serie C. Reggiana, Ternana, Novara e Padova rimangono decise per la ripartenza, così come il Bari. Il presidente dei pugliesi Luigi De Laurentiis ieri ha avanzato l’idea dei playoff come possibile via per concludere i campionati: “Davanti alla salute non si scherza – ha affermato a La Gazzetta dello Sport – Ha un costo adeguarsi al protocollo, ma non se ne può fare a meno. Ragione in più per auspicare un minor numero di partite grazie ai playoff”.
.Se alla fine si decidesse per uno stop definitivo delle gare sarebbero promosse nella seconda serie professionistica Monza, Reggina, Vicenza e potrebbe rivendicare questo risultato anche il Carpi.