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Serie A, è scontro Lega-Sky
le tv chiedono uno sconto
i club vogliono i pagamenti

Ibarra: "Spero che le squadre prendano

in serio esame la proposta di dialogo"

di Tommaso Coluzzi13 Maggio 2020
13 Maggio 2020

Il calcio è un business, un giro d’affari miliardario. Quindi non sorprende la soffocante corsa contro il tempo per far ripartire la Serie A, ma la strada è stretta e ci sono molte variabili in gioco. Si fanno piccoli passi in avanti cercando di rispettare tutti i paletti predisposti dal Comitato tecnico scientifico. Il gruppo di esperti a cui si è affidato il governo italiano ha spiegato che basterà un positivo per mandare in quarantena tutta la squadra. Questo principio sarà incluso sicuramente nel protocollo per gli allenamenti di gruppo, che varrà fino al 2 giugno. Ma se dovesse diventare la norma quando il campionato ripartirà, il rischio di fermarlo di nuovo sarà altissimo.

Nel frattempo le tv hanno sospeso i pagamenti, con Sky che chiede uno sconto variabile tra i 120 e i 255 milioni di euro se non si giocheranno le ultime 12 giornate di Serie A.
Per ora l’accordo tra Lega e tv è ancora un miraggio: “In tutta Europa le leghe e i broadcaster stanno affrontando insieme questa grave emergenza trovando delle soluzioni equilibrate e di interesse generale”, ha spiegato all’Ansa il Ceo di Sky Italia, Maximo Ibarra. Con la speranza che i club “prendano in serio esame la proposta di dialogo che da settimane facciamo loro”. Le società sono divise tra chi è aperto alla discussione e chi vorrebbe chiedere subito l’ingiunzione di pagamento a Sky, Dazn e Img.

“La porta del dialogo con Sky è sempre rimasta aperta in tutte queste settimane, nel rispetto dovuto al partner storico della Serie A – ha spiegato l’ad della Lega, Luigi De Siervo – Nei contatti avuti con Sky, però, abbiamo sempre ribadito come fosse necessario che, prioritariamente, Sky rispettasse le scadenze di pagamento previste”. Da subito “abbiamo chiarito che la richiesta di uno sconto compreso tra il 15% e il 18%, in caso di prosecuzione del campionato, evidentemente non poteva essere accettata, tanto più in un momento finanziariamente così complicato per le nostre squadre”, ha continuato De Siervo. Non è da sottovalutare, infatti, l’enorme danno economico che – in ogni caso – avrà ripercussioni su tutto il settore.

Il Comitato tecnico scientifico ha scritto che la valutazione finale sulla ripresa sarà del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Ma probabilmente l’ultima parola spetterà, come successo negli altri paesi europei, al premier Giuseppe Conte. Oggi il ministro è intervenuto in un’informativa al Senato: “Il campionato di calcio riprenderà solo se saranno state adempiute una serie di misure di sicurezza e il protocollo. Capisco l’importanza di questo mondo perché oggi rappresenta un’industria importante del nostro Paese come fatturato e giro di affari”.

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