“Ridurre da 20 a 18 le squadre di serie A è pura utopia”. Parla così un ormai rassegnato Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio, questa mattina ai microfoni di Radio Anch’io lo sport dove viene interpellato a proposito dell’eterna polemica riguardo le squadre in campo il giorno di Natale. Solo quattro mesi fa, a quegli stessi microfoni, aveva parlato della riduzione a 18 squadre come soluzione per ritrovare logica ed entusiasmo nel gioco più seguito in Italia.
“La Serie A ha bisogno di un ritocco. Ci sono troppe squadre, una riduzione aumenterebbe il tasso agonistico e l’interesse dei tifosi – aveva detto – se ne parla da tanto, serve portarla a definizione. E così si potrebbe far giocare di più la nostra nazionale.” Allora gli umori del Consiglio Federale, organo composto di 19 membri eletti dalla Lega Dilettanti, quattro atleti e due tecnici che decide in materia di format-campionato, sembravano piuttosto favorevoli. Molto esitanti invece restavano i club medio-piccoli, che su quei due posti in più stabiliscono spesso la propria permanenza in classifica.
“Ovviamente ci sono delle questioni economiche da affrontare, e non si può pensare di introdurre la Serie A a 18 squadre in uno o due anni: è necessario un piano triennale o quadriennale” aggiungeva Tavecchio, cercando faticosamente di rabbonire i due poli con una soluzione di compromesso. L’obbiettivo restava quello di superare finalmente i limiti imposti dal “Caso Martinelli” nel 2003, quando la serie A venne portata a 22 squadre (poi 20) e la serie B a 24 (poi 22).
Durante una partita Catania – Siena, il club toscano aveva schierato un giocatore squalificato: Luigi Martinelli. Il ricorso del Catania, arrivato fino al Tar, gli aveva concesso vittoria a tavolino (2 punti), evitandone la retrocessione. Un ulteriore ricorso delle altre tre squadre retrocesse quell’anno però, costrinse la FIGC a modificare i parametri generali e, da allora, un cambiamento non c’è stato.
Una delle soluzioni proposte era stata una stagione di transizione nella quale far retrocedere dalla Serie A al campionato cadetto quattro squadre anziché tre e, in seguito, giungere ad una sola promozione diretta e ad una derivante dai playoff della serie B. Tuttavia già lo scorso maggio Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio, aveva di nuovo fatto marcia indietro: “Le leghe stanno parlando per provare a trovare un accordo, però a oggi le posizioni fatte registrare sono molto diverse tra loro.”