ROMA – In commissione Affari costituzionali del Senato la Lega ritira l’emendamento sul terzo mandato ai sindaci dei Comuni con più di 15 mila abitanti, ma al momento non l’emendamento su quello dei governatori. Il governo si rimette all’aula per il voto finale, con parere contrario del relatore del decreto elettorale Alberto Balboni. Il leader del Carroccio Matteo Salvini per ora è irremovibile: “Vota il Parlamento, andiamo avanti”.
Le posizioni dei partiti sul terzo mandato
La situazione rimane comunque molto tesa. Il Partito Democratico potrebbe abbandonare l’aula al momento del voto per far emergere le fratture interne alla compagine di governo. Associazione Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle voteranno contro, almeno in commissione. Il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri smentisce una lacerazione fra i partiti di maggioranza per il voto a favore. Diversa, invece, l’opinione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che dichiara: “Nei prossimi due-tre anni potremo avere un contenzioso tra governo centrale e regioni quasi infinito”.
Pd diviso sul terzo mandato dei sindaci
Da registrare la polemica all’interno del Pd sul terzo mandato dei sindaci. Il partito è contrario, ma numerosi sindaci dem protestano. A prendere la parola per tutti è stato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro. “È una anomalia tutta italiana quella del limite dei mandati per i sindaci”. Parole nette, che fanno dire ai rappresentanti di Fdi che il Pd è diviso.
Ok per il voto sugli studenti fuori sede
Via libera unanime all’emendamento per il voto sugli studenti fuori sede in commissione Affari costituzionali al Senato per le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024. Tutti i gruppi hanno aggiunto la propria firma alla proposta. Rimangono però fuori da questa possibilità i lavoratori e chiunque si trovi fuori dal proprio comune di residenza per motivi sanitari. Un “errore” che le forze di opposizione non hanno accolto, come dimostrano le parole della senatrice e portavoce di Azione, Mariastella Gelmini: “Escludere i lavoratori è sbagliato e incalzeremo la maggioranza affinché rimedi a questo errore”.
Il Pd chiede l’estensione del voto ai lavoratori
Anche il Pd si dice a favore dell’estensione della possibilità di voto fuori sede anche ai lavoratori: “Dopo anni di battaglie arriva, con colpevole ritardo ma finalmente, una prima risposta positiva: gli studenti fuori sede potranno votare per le europee. Il Pd porta a casa questo risultato senz’altro positivo ma ancora parziale: “Ci batteremo, in Aula e fuori, perché possano votare anche alle elezioni politiche. E insisteremo perché possano votare anche i lavoratori fuori sede e chi abbia problemi sanitari. Non è concepibile che si continuino a escludere intere categorie dal diritto di voto”.