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Semestre europeo, Renzi: “Flessibilità e speranza per l’Europa”

di Nicola Maria Stacchietti30 Giugno 2014
30 Giugno 2014

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Al via dal 1° Luglio l’undicesimo semestre italiano di presidenza europea, e mentre l’agenda delle prossime due settimane si infittisce di appuntamenti, Renzi augura “che l’Europa oggi sia il luogo in cui è possibile la speranza”. La flessibilità nel rispetto dei vincoli di bilancio, la spinta per la crescita e l’occupazione e l’impegno delle istituzioni europee sul tema dell’immigrazione sono i tre obiettivi del premier Renzi, che mercoledì alle 15 presenterà in pompa magna il programma delle attività del semestre di presidenza italiana agli eurodeputati. Dalla prossima settimana iniziano i lavori del Consiglio sotto il coordinamento della presidenza italiana. In calendario ci sono le riunioni dell’Eurogruppo (7 luglio), dell’Ecofin (8) e del Consiglio informale Giustizia e Affari interni (10 e 11). Mercoledì 16 l’Europarlamento riunito in plenaria a Strasburgo vota il candidato alla presidenza della Commissione europea indicato dal Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker.
E se questo semestre può essere decisivo per l’economia nostrana – ma anche per un cambio di rotta per le politiche europee, dal rigore alla crescita – Renzi annuncia che si potrebbe fare di più: “Non provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra iniziò la creazione di un nuovo soggetto?”.
Mentre gli “Stati Uniti d’Europa” rimangono forse un “sogno”, la realtà è un Parlamento europeo diviso e intriso di euroscetticismo. E proprio dall’Italia arrivano i primi attacchi alle nuove nomine europee, dal M5s. Grillo in un post sul suo blog definisce Juncker (dato come prossimo presidente della Commissione europea) come Attila: “Dove passa Juncker non cresce più l’erba e neppure l’Europa”. Mentre su Renzi sentenzia: “Tutto questo inutile e vuoto frastuono mediatico su crescita e flessibilità ad altro non serve che a nascondere la prima gravissima sconfitta di Renzi: vi avevano detto che il voto al Pd sarebbe stato un voto a Schulz e invece è servito a nominare alla guida della Commissione europea Jean Claude Juncker. Il voto al Pd, in poche parole, è stato un voto alle peggiori politiche neo-liberiste che si incarnano alla perfezione nella figura di Juncker”.
Nel frattempo smentita la notizia di un piano concordato sull’asse italo-francese, per investimenti fino a 240 miliardi, dal sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi: “Si tratta di una proposta che il presidente francese Hollande ha presentato al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy per un programma di investimenti a livello Ue. Se la Francia presenterà proposte in tal senso durante il nostro semestre, troverà terreno favorevole, ma è una proposta tutta francese”. La proposta italiana invece, il documento strategico che sarà la base politica del nuovo esecutivo comunitario che prevede flessibilità sui conti per chi fa le riforme e impegna l’Unione ad aumentare gli investimenti per la crescita, è stata già approvata. Su spinta di Renzi, con buona pace di Grillo.

Nicola Maria Stacchietti

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