Niente più scudi fiscali e annosi negoziati con la Svizzera: l’accordo firmato dal ministro dell’Economia Padoan e il Capo del Dipartimento federale delle finanze svizzere, Eveline Widmer Schulumpf, fa cadere il segreto bancario tra Italia e Confederazione elvetica grazie allo scambio di informazioni. E per il fisco italiano rintracciare evasori e furbetti sarà molto più facile.
Per gli altri che invece scelgono di collaborare c’è la “voluntary disclosure”, legge recentemente approvata in via definitiva al Senato. La legge prevede un’autodenuncia da parte del contribuente che ha occultato somme di denaro o beni sia all’estero che in Italia, che dovrà pagare tutte le tasse e sanzioni ridotte ma che avrà in cambio la depenalizzazione di alcuni reati fiscali e dell’omessa dichiarazione Iva. Chi aderisce alla “voluntary disclosure” dovrà quindi pagare “le somme dovute in base all’accertamento, in un’unica soluzione entro il quindicesimo giorno antecedente la data fissata per la comparizione” oppure in tre rate mensili di uguale importo. Secondo la legge in vigore la sanzione può variare dal 3 al 15%.
L’accordo tra Italia e Svizzera è composto di due documenti, uno giuridico e uno politico: oltre al protocollo, i due ministri hanno siglato una “road map” per la prosecuzione del dialogo fra i due paesi in materia fiscale e finanziaria, che prevede anche soluzioni particolari per l’enclave italiano in Svizzera, Campione d’Italia. Ora entrambi i Parlamenti dovranno procedere a ratificare il protocollo, grazie al quale la Svizzera viene depennata dalla “black list” dei paradisi fiscali.
E mentre il premier Matteo Renzi esulta per l’avvenuto accordo sui social (“Oggi siglato l’accordo con la Svizzera sul segreto bancario: miliardi di euro che ritornano allo Stato”) il ministro Padoan annuncia che verrà firmato questo giovedì un analogo accordo con il Liechtenstein.
Nicola Stacchietti