Migliaia di studenti negli ultimi giorni hanno affrontato gli esami di riparazione, prima del suono della campanella. Tra questi uno su tre ha deciso di affidarsi alle lezioni private per cercare di superare quello scoglio da sempre tanto temuto. È quanto emerge da una ricerca di Skuola.net, condotta in estate su un campione di 1.500 ragazzi che frequentano dal primo al quarto superiore.
Il 36 per cento di loro, con uno o più debiti in pagella, ha dichiarato di essersi aiutato con lezioni personalizzate, nonostante la propria scuola avesse organizzato corsi di recupero ad hoc (come hanno raccontato 3 studenti su 4), mentre il 57 per cento ha deciso di affiancare le lezioni private ai corsi di recupero scolastici.
Vacanze sì quindi, ma non completamente. Il 65 per cento dei giovani intervistati ha infatti deciso di prendere ripetizioni in presenza, presso la propria abitazione o quella del docente, il 20 per cento in via esclusiva online grazie agli strumenti utilizzati anche per la Dad negli ultimi due anni di pandemia e il 15 per cento alternando le due modalità. In questo modo ben il 59 per cento ha dichiarato di aver continuato l’attività anche lontano da casa, in vacanza: il 38 per cento sporadicamente, il 21 per cento assiduamente.
Il tutto si è chiaramente tradotto in un dispendio di denaro non indifferente per le famiglie. Più di uno studente su due ha sostenuto di aver investito almeno 200 euro nelle ripetizioni, circa uno su quattro tra i 200 e i 300, il 14 per cento tra i 300 e i 400, quasi uno su dieci più di 400 e una percentuale molto simile ha addirittura speso oltre i 500 euro.
Solamente il 25 per cento di loro ha speso meno di 200 euro, mentre poco meno di uno su cinque è riuscito a rimanere sotto i 100 euro.