112 miliardi di giorni di istruzione persi dai bambini di tutto il mondo nell’anno della pandemia. È quanto emerge dal rapporto di Save the Children pubblicato a un anno dalla diffusione del Covid-19. I dati, calcolati tra il 16 febbraio 2020 e il 2 febbraio 2021, rivelano una media di 74 giorni di lezioni perse a livello globale, più di un terzo dell’anno scolastico. I bambini poveri del mondo siano stati più svantaggiati in tal senso.
In Italia gli studenti hanno frequentato gli istituti in presenza meno della metà dei giorni previsti. Sono 8 i capoluoghi presi in considerazione dallo studio che ha evidenziato forti disparità tra il nord e il sud del Paese. A Bari i bambini hanno frequentato le scuole dell’infanzia per 48 giorni sui 107 previsti, contro i 112 giorni passati in aula dai coetanei di Milano. A Napoli 42 giorni di lezioni in presenza, a fronte dei 108 giorni per i ragazzi di Roma. Differenze legate all’andamento dei contagi nelle regioni, ma anche alle diverse scelte amministrative.
“La seconda ondata Covid mostra una fotografia dell’Italia fortemente diseguale, e rivela come proprio alcune tra le regioni particolarmente colpite dalla dispersione scolastica già prima della pandemia siano quelle in cui si è assicurato il minor tempo a scuola in presenza per i bambini e i ragazzi” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children” paventando “il rischio di un ulteriore ampliamento delle diseguaglianze educative”.
La chiusura delle scuole potrebbe portare ad un aumento del 25% di bambini con competenze al di sotto del livello minimo. E la perdita di apprendimento avrà ripercussioni anche sull’economia: l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, insieme alla Banca Mondiale, hanno stimato una contrazione dell’1,5% del PIL dei Paesi per il resto del secolo, dovuta proprio alla crisi del sistema-istruzione.