Il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi sta studiando un’ordinanza che potrebbe reintrodurre la possibilità di bocciare a fine anno. Nel frattempo, dopo Pasqua, gli studenti delle scuole primarie riprenderanno con le lezioni in presenza, nonostante la zona rossa.
Dunque, gli studenti italiani potrebbero vivere un cambio di passo netto rispetto allo scorso anno per quanto riguarda il tema delle bocciature. L’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina per la scorsa stagione scolastica, ne aveva concesso il blocco, viste le emergenze improvvise create dalla pandemia. Soluzione che per il momento sembra apprezzata dai presidi degli istituti italiani, seppur con qualche riserva. “Non credo che sia utile la promozione automatica ma non ci potrà neppure essere troppo rigore, bisognerà distinguere tra chi si è impegnato anche se non ha raggiunto gli obiettivi e chi no”, ha spiegato Antonio Giannelli, che guida l’Associazione nazionale presidi. Ma si temono eventuali ricorsi.
Un’apertura scolastica omogenea resta però un miraggio nella penisola. A Trento, grazie ad un’ordinanza della Giunta comunale da oggi sono tornati in classe i bambini di nidi e elementari. Mentre in Sardegna e a Cagliari in particolare, sono stati chiusi altri tre istituti scolastici oltre ai quattro già segnalati negli scorsi giorni per focolai tra i più piccoli.
Dal 6 aprile saranno 5,3 milioni gli studenti che seguiranno le lezioni in presenza a scuola: cioè sei alunni su dieci. È quanto stimato dopo l’annuncio del premier Mario Draghi sulla ripresa delle lezioni in presenza anche in zona rossa. Tra loro 3,1 milioni frequentano le scuole dell’infanzia, le primarie e il primo anno di secondaria di primo grado. Ma Antonio Decaro, presidente dell’ANCI e sindaco di bari frena: «Non credo che se i dati restano questi sarà aperta di nuovo la scuola».