“La scuola è il luogo dove si progetta e si costruisce il futuro”. Così conclude il messaggio di “bentornato” agli alunni italiani la ministra dell’istruzione Fedeli. Però nell’anno appena concluso, i docenti che hanno cambiato cattedra sono stati il triplo dell’anno scorso, oltre 250 mila. Mentre gli studenti che hanno visto la sostituzione di uno o più docenti sono stati uno su tre, addirittura due milioni e mezzo. Il problema è soprattutto a carico delle scuole meridionali: gli studenti del mezzogiorno sono diminuiti di mezzo milione, -14% in soli vent’anni; mentre le classi del Centro-sud sono cresciute del 20%. Il 78% dei professori è nato al sud. Sono 53 mila le richieste di trasferimento verso il meridione, con solo 29 mila cattedre disponibili.
Però, come scrive oggi il Corriere.it, grandi intellettuali della cultura italiana accettarono il trasferimento: Giovanni Pascoli venne trasferito da Recanati a Matera, così come il salernitano Nicola Abbagnano che andò Torino o il toscano Sestilio Montanelli trasferito con la famiglia a Nuoro. Ad influire sui nuovi comportamenti dei docenti è l’alzamento della loro età media: spostarsi a 45 anni in una nuova città senza nutrire speranze di trasferimento breve è estremamente complicato. E così che è scoppia il bubbone: moltissimi docenti meridionali, trasferiti magari con la tanto vituperata chiamata diretta in scuole del settentrione, chiedono il trasferimento annuale appellandosi agli strumenti contrattuali disponibili: malattia per breve indisposizione, congedi per motivi di famiglia, permessi della legge 104 per assistenza a familiari. E così, i dirigenti scolastici sono costretti a chiamare supplenti temporanei o, nel migliore dei casi, supplenti annuali. Quest’anno ci sono stati 275 mila trasferimenti su un numero complessivo di 768.918 docenti. Visto che la scuola è il luogo dove si costruisce il futuro quale futuro si prospetta per la scuola italiana?