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HomeSport Scuderie a rischio dissesto, Fia vara nuovi provvedimenti per scongiurare la crisi

Scuderie a rischio default
Fia vara taglio dei costi
per fronteggiare la crisi

Jean Todt: "La F1 diventerà sostenibile"

in difficoltà anche McLaren e Renault

di Massimiliano Cassano28 Maggio 2020
28 Maggio 2020

epa07911879 Russian Formula One driver Daniil Kvyat (front) of Scuderia Toro Rosso and French Formula One driver Romain Grosjean (back) of Haas F1 Team in action during the first practice session ahead of the Japanese Formula One Grand Prix in Suzuka, Japan, 11 October 2019. The Japanese Formula One Grand Prix will take place on 13 October 2019. EPA/DIEGO AZUBEL

Budget ridotti, limiti agli aggiornamenti tecnici alle vetture, restrizioni sui test, ma anche regole per le gare “a porte chiuse”. Il consiglio mondiale della Federazione Internazionale dell’Automobile, riunito in teleconferenza, ha ratificato le modifiche proposte ai regolamenti sportivi, tecnici e finanziari della Formula 1.

“Un importante passo avanti per la sua sostenibilità, in un mondo travolto dalla pandemia”, ha commentato il presidente della Fia Jean Todt. Una delle principali novità per il 2021 sarà l’introduzione di un nuovo tetto al budget stagionale, che passa da 175 a 145 milioni di dollari. Un argomento che vede già d’accordo tutti i team e che nelle due annate seguenti prevede il ribasso a 140 milioni e poi a 135, sempre considerando un programma di 21 gare.

Il provvedimento, che ha preso il nome di “budget cap”, dovrebbe servire a scongiurare il fallimento di alcune scuderie messe in difficoltà dall’impossibilità di gareggiare. Secondo la Bbc, nelle prossime settimane la McLaren prevede ben 1.200 licenziamenti in tutto il gruppo, circa un quarto dell’intero organico. Una drastica ristrutturazione che avrà un significativo impatto anche sul team di Formula 1: la scuderia di Woking, che attualmente impiega circa 800 lavoratori, verrà ridotta di 70 unità. “A questo punto non abbiamo altra scelta che ridurre la nostra forza lavoro”, ha dichiarato il capo della McLaren, Paul Walsh.

Problemi in vista anche per Renault. La casa francese ha una forte partecipazione statale nel suo azionariato (circa il 15%) e quindi le decisioni del Consiglio di amministrazione sono vincolate alle linee guida del Governo di Parigi. L’azienda ha recentemente chiesto una ricapitalizzazione di circa 5,5 miliardi di euro per fare fronte ai bisogni di cassa, ma il piano di sussidi sarebbe legato a una politica di tagli ai costi nell’ordine di 2,5 miliardi di euro, con la chiusura di quattro fabbriche in Francia e circa 8.000 esuberi nel personale. Alla luce di questo scenario, risulterebbe complicato giustificare le spese per l’attività sportiva.

Tremano anche scuderie come Williams, Haas, Racing Point (che lascerà spazio a un marchio storico, l’Aston Martin) e Alpha Tauri (ex Toro Rosso), che non sarebbero in grado di ammortizzare i soldi persi negli ultimi mesi senza gare. Soltanto gli incassi provenienti dalla partecipazione a un Gran Premio ammontano a circa due milioni di dollari, per un totale di 44 milioni a stagione mentre le spese annue si aggirano attorno ai 120-140 milioni. Per loro l’unica soluzione possibile sembrerebbe essere l’acquisto da parte di qualche compratore.

Disputare il numero minimo di gare rappresenterebbe una boccata d’ossigeno e anche Liberty Media, la società americana proprietaria della Formula 1, potrebbe rientrare in parte della quota dei diritti Tv e di quella messa a disposizione dagli organizzatori dei Gran Premi.

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