Una standing ovation che ha suscitato polemiche e che è destinata a provocarne altre quella tributata ieri ai quattro poliziotti ritenuti responsabili della morte di Federico Aldrovandi. Cinque minuti di applausi da parte dei colleghi degli agenti durante il congresso di Rimini del Sap, il sindacato autonomo di polizia, in segno di solidarietà per i sei mesi trascorsi in carcere (ora i quattro hanno ripreso servizio in polizia, destinati a soli incarichi amministrativi). Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni, fu pestato durante un arresto a Ferrara nel settembre del 2005 e due anni fa, dopo un lungo iter processuale, i quattro agenti furono ritenuti responsabili della sua morte e condannati in Cassazione (il loro comportamento fu “eccessivo e smodato”, disse il procuratore generale Gabriele Mazzotta) per omicidio colposo.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Anzitutto la madre del ragazzo, Patrizia Moretti, che per anni si è battuta per chiedere giustizia e che, sulla vicenda del figlio, ha anche scritto un libro. “Un gesto rivoltante”, così la donna ha definito il lungo applauso dei poliziotti, ricevendo la telefonata del premier Matteo Renzi che le ha espresso la solidarietà sua e del governo. “Gli applausi sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c’è più e rinnova il dolore della sua famiglia” ha dichiarato invece il ministro degli Interni, Alfano. “Un gesto irragionevole e irresponsabile” ha definito invece quel lungo applauso anche il capo della polizia Alessandro Panza, che pure aveva partecipato al congresso del Sap. In serata anche il presidente della Repubblica ha espresso alla mamma di Federico Aldrovandi la sua solidarietà: “Una vicenda indegna”, ha commentato.
“Le vere vittime siamo noi – il commento invece del segretario del sindacato Gianni Tonelli – è vero che abbiamo ferito la madre del ragazzo ma soffrono anche le famiglie dei quattro agenti per i quali chiederemo la revisione del processo”.
Stefania Fava