“Per la prima fase della flat tax per le famiglie servono tra i 12 e i 15 miliardi e sarebbe una rivoluzione epocale”. Così il ministro degli Interni Matteo Salvini, in un’intervista rilasciata a Rtl, ha parlato della riforma che è tra i capisaldi dell’area leghista della maggioranza.
Ad alimentare il dibattito un presunto studio del Mef, sulle due ipotesi di aliquote, il 15% fino a 80mila euro di reddito e il 20 per i redditi eccedenti questa soglia. Un impianto che costerebbe ben 59,3 miliardi di euro, che aveva fatto parlare di “numeri strampalati” da parte del leader del Carroccio.
Ma in tarda mattinata è arrivata la smentita del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, secondo il quale “non c’è alcuna stima del Mef sulle riforme in discussione. La flat tax è allo studio da luglio, quindi non c’è nulla di nuovo”.
All’interno della maggioranza, sull’argomento, si è aperta un’ulteriore frattura. Già ieri il vicepremier Luigi Di Maio aveva dichiarato che “l’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi, come rappresentanti dello Stato non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini”.
Nella mattinata di oggi a ribadire il concetto è stata la ministra per il Sud Barbara Lezzi: “La flat tax costa 60 miliardi di euro e il nostro Paese non se li può permettere, dunque è una promessa che non si può mantenere”.
“Credo che non si debba continuare a sparare alto con cose irraggiungibili, anche fossero 15 miliardi di riforma dell’Irpef oggi sono insostenibili perciò è necessario riordinare quello che già esiste”, il parere del sottosegretario all’Economia Laura Castelli.
Anche il Partito Democratico ha espresso la propria totale contrarietà sulla riforma: “La Flat tax é una bufala senza spazi fiscali per sostenerla. L’insofferenza viene dagli imprenditori del Nord che hanno capito la mutazione genetica della Lega, che per prendere voti in tutta Italia paralizza il Paese”, ha attaccato il segretario Nicola Zingaretti a Circo Massimo su Radio Capital. Il leader del Pd ha poi proseguito così: “Serve la progressività delle imposte, non l’illusione che se i ricchi hanno più soldi spendono di più. Queste sono le teorie di Paperon de Paperoni”.