È scontro sull’election day tra il governo e le cinque regioni che dovrebbero andare alle urne in autunno, a causa dello slittamento provocato dal Covid-19. Si tratta di Liguria, Puglia, Veneto, Campania e Marche.
Le legislature regionali sono infatti in scadenza il 30 maggio, ma, a causa dell’emergenza, il governo ha deciso, con il DL 26/2020, la proroga di tre mesi. Giunte in carica quindi fino al 30 agosto. Altra decisione presa da Palazzo Chigi, è la possibilità di fissare le elezioni soltanto entro i 60 giorni successivi, ossia nei mesi di settembre e ottobre. Ed è proprio questa decisione che ha fatto storcere il naso ai governatori Giovanni Toti, Michele Emiliano, Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Luca Ceriscioli, rispettivamente presidenti delle Regioni Liguria, Puglia, Veneto, Campania e Marche.
Intanto è iniziata questa mattina alla Camera la discussione generale sul decreto legge sulle elezioni. In base al programma, le votazioni non sono previste prima delle 14. Ma il provvedimento è in calendario anche per le sedute di domani e venerdì.
Si è concluso invece in un nulla di fatto il vertice di ieri sera con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e i cinque governatori delle regioni interessate, che hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo un intervento per evitare che le elezioni si svolgano dal 20 settembre in poi, come è intenzione del Governo e di anticipare la data e aprire un ventaglio di possibilità dal 27 luglio.
I cinque governatori hanno scritto nella lettera a Mattarella che la proroga della data delle elezioni regionali “può essere giustificata solo da ragioni sanitarie ed emergenziali”, ma “sta assumendo i contorni di una decisione politica e, ci sia concesso, basata sulla convenienza di parte, che a nostro avviso non può giustificare la compressione dell’autonomia legislativa regionale e il diritto di voto degli elettori”.
Per quanto riguarda le ragioni sanitarie, inoltre, è sconsigliato ritardare le elezioni in autunno, perché “potrebbe aversi una recrudescenza del virus che porterebbe a dover rinviare la scadenza elettorale di ulteriori, troppi, mesi”, si legge nella lettera dei governatori al Capo dello Stato.
Altro punto su cui si sofferma la lettera, è la riapertura delle scuole. I governatori ritengono infatti “assolutamente inopportuna la fissazione di una data che pregiudichi la riapertura delle scuole, mettendo a rischio i ragazzi nel rientrare in edifici frequentati da milioni di elettori”.