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Scontro Renzi-Salvini sui profughi: “Qui gli umani di là le bestie”

di Alessandro Testa07 Settembre 2015
07 Settembre 2015

Matteo Renzi chiude la festa dell’Unità nazionale a Milano

Nuovo scontro fra Matteo Renzi e Matteo Salvini sull’immigrazione. Ieri il presidente del Consiglio ha chiuso a Milano la festa dell’Unità nazionale “L’Italia che dice sì” con un intervento a tutto campo, dalla riforma del Senato – che tornerà in aula domani al Senato, e in merito alla quale non è mancata l’ennesima stilettata alla minoranza interna – all’accoglienza dei profughi: un tema che ha provocato un’immediata reazione stizzita del leader leghista.

Migranti? No, rifugiati. Anche la questione immigrazione è in prima pagina da settimane, mai come ieri ha dominato praticamente ogni ambito della giornata, ad eccezione forse dello sport. A mezzogiorno l’annuncio a sorpresa di papa Francesco, che ha ordinato l’apertura di ogni chiesa e monastero cattolico d’Europa ad almeno una famiglia di profughi. Poi in giornata la richiesta del leader degli U2 Bono Vox – ospite all’Expo per un evento contro la fame nel mondo – e dell’attrice Tilda Swinton, che, senza coordinarsi, hanno entrambi chiesto ai media di riconoscere a chi scappa dalla Siria e dalle altre guerre lo status di “rifugiati” (senza più definirli “migranti”). Forse è sulla scia dell’iniziativa del Papa che un applauditissimo Matteo Renzi ha prima ribadito che “Il Pd non rinuncerà mai a salvare una vita umana per non rischiare di perdere qualche voto” ma poi ha rilanciato con un affondo durissimo, che molti hanno visto indirizzato proprio alla Lega e a chi condivide la sua posizione intransigente: “Qui ci sono gli umani, di là ci sono le bestie”.

La risposta di Salvini. In meno di un’ora la risposta orgogliosa e piccata, via Twitter, del segretario della Lega, che prima si difende: “Sono una “bestia” perché difendo gli italiani? Allora sì SONO UNA BESTIA”. E poi contrattacca, definendo Renzi “incapace, chiacchierone” e “clandestino”, alludendo alla mancanza di investitura popolare del suo governo. Salvini ha anche ironizzato sugli applausi e i canti di saluto rivolti dai cittadini tedeschi ai profughi siriani giunti a Monaco: “Siamo su scherzi a parte. Vengano in stazione a Milano, a Roma, a Bologna o a Torino a vedere se applaudono e cantano”.

Alessandro Testa

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