ROMA – Mentre in Commissione Antimafia si vivono momenti di tensione, maggioranza e opposizione continuano a scontrarsi fuori la Camera. La causa è nota, la proposta del centrodestra di modificare il regolamento interno della commissione. Così verrebbero tagliati fuori Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho. I primi a scendere in campo per difendere i due sono stati i pentastellati. «Dopo i rapporti di “affettuosa” vicinanza con Luigi Ciavardini, esecutore della strage di Bologna e feroce assassino del giudice Amato», scrivono in una nota i rappresentanti del M5s nella stessa commissione Antimafia, tra i quali anche De Raho, «si accerta ora che la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo ha uno zio di primo grado, Paolo, che era a disposizione di potenti cosche della ‘Ndrangheta e che di tali rapporti parlava con il fratello Cesare, padre di Chiara Colosimo. Deve rassegnare le dimissioni».
Non si è fatta attendere la replica della presidente. «Paolo Colosimo», commenta, «era un penalista, che di norma non credo difendesse stinchi di santo; è stato condannato ed io ne ho preso le distanze». Su Ciavardini, col quale appare in una foto, spiega che «era un appartenente ai Nar. Lo conosco come chiunque sia entrato a Rebibbia, dove la sua associazione era fortemente presente». A sostegno della Colosimo Fratelli d’Italia. Il partito della premier Giorgia Meloni, attraverso il senatore Giorgio Salvitti, dà «pieno sostegno all’operato del presidente Colosimo, che ha sempre operato con fermezza e rispetto istituzionale», «Gli attacchi al Presidente della Commissione Antimafia giungono fuori tempo massimo», dichiara il sottosegretario alla Giustizia e deputato FdI Andrea Delmastro delle Vedove. «Nulla può impedire, per carattere ed onestà, a Chiara Colosimo di andare sino in fondo».