È scontro tra governo e regioni sulle misure di allentamento del lockdown a partire dal 4 maggio. I governatori del centrodestra hanno preso posizione attaccando frontalmente il l’esecutivo nazionale e rivendicando la loro autonomia decisionale. E vogliono poter applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle contenute nell’ultimo Dpcm del 26 aprile scorso e che entrerà in vigore lunedì prossimo.
“Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”, così il premier Giuseppe Conte nell’informativa alla Camera di questa mattina, togliendo ogni dubbio su possibili provvedimenti alternativi a quelli del governo.
E alle accuse sulla compressione della libertà attraverso l’accentramento dei poteri con il sistema dei Dpcm, il premier ha risposto di essere “consapevole della responsabilità che mi sono assunto ogni volta che ho posto la firma su un atto che entrato in vigore era destinato a produrre effetti incisivi sui diritti degli italiani. Ma ho avvertito sempre la consapevolezza di agire in scienza e coscienza”.
In contrasto con le norme nazionali, prima fra tutte, l’ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli. Ordinanza che spinge l’acceleratore sulla Fase 2 e prevede fin da oggi la riapertura di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismi. Ma a condizione che la somministrazione avvenga solo attraverso il servizio con tavoli all’aperto.
Non solo la ristorazione, il documento dispone anche altre riaperture immediate. Tra queste, il commercio di generi alimentari nei mercati all’aperto, inclusa la vendita ambulante anche fuori dal proprio comune di residenza, fermo restando il rispetto delle distanze interpersonali e l’uso delle mascherine e guanti.
Visto il basso numero dei contagi degli ultimi giorni e, “poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia”. Queste le parole di chiarimento della Santelli per giustificare l’ulteriore allentamento.
Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ieri, in una videoconferenza con le Regioni, aveva introdotto un’apertura significativa. “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate” tra le regioni sulle riaperture di attività, basate su un semplice principio: “contagi giù uguale più aperture e viceversa”.
Ma oltre alla Calabria, e ben prima del 18 maggio, sono diverse le regioni che hanno preso iniziative autonome. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha stabilito che sarà consentita l’attività motoria all’aperto, a piedi o in bicicletta, restando all’interno del proprio comune di residenza o domicilio. In Sardegna si potrà andare in vacanza solo con il “passaporto sanitario”, stando al governatore dell’isola. In Veneto è permesso lo spostamento individuale su tutto il territorio regionale per andare nelle seconde case di proprietà o raggiungere le imbarcazioni ormeggiate al di fuori del comune di residenza. Stessa situazione per le seconde case anche in Liguria, dove il take away del cibo è già stato autorizzato in anticipo rispetto al decreto nazionale. Così come in Friuli Venezia Giulia dove sono consentite le attività motorie anche oltre i 500 metri dal proprio domicilio.