ROMA – “Un incremento del prezzo dell’Opa su Anima da parte di Banco Bpm potrebbe determinare la risoluzione dell’Offerta pubblica di sottoscrizione” da parte di Unicredit. È netta la posizione del gruppo di Piazza Gae Aulenti dopo il rilancio dell’Istituto di Piazza Meda sul prezzo per l’offerta su Anima. L’Ad di Unicredit, Andrea Orcel, non avrebbe gradito infatti la nuova mossa del Banco, tanto da definire l’opa “incoerente” con quanto annunciato al momento della presentazione dell’offerta il 6 novembre 2024. L’operazione in un primo momento sarebbe sembrata capace di assicurare un elevato ritorno sull’investimento con limitati assorbimenti patrimoniali. Non solo. Secondo quanto ribadito da Orcel, Unicredit non avrebbe “determinato nessun particolare legato alle condizioni dell’offerta” su Banco Bpm.
Altro nodo scottante il Danish Compromise. Piazza Gae Aulenti è infatti decisa a rinunciare alle condizioni dell’opa Anima anche qualora non si applicasse a Bpm il regime favorevole di capitale regolamentare – noto appunto come Danish Compromise – nell’acquisto della società del risparmio gestito. “Nonostante siano già trascorsi più di tre mesi dall’annuncio dell’opa Anima, non è stata fornita nessuna informazione circa la probabilità che tale più favorevole regime possa trovare effettiva applicazione”, ha evidenziato Unicredit.
Castagna: “Accuse pericolose”
Immediata la risposta del Ceo di Banco Bpm in un’intervista rilasciata a Bloomberg, dove definisce le accuse di Unicredit “pericolose per influenzare i nostri soci”. Sull’acquisto di Anima, Castagna ribadisce di voler completare l’operazione per avere una banca che non dipenda dalla volatilità dei tassi di interesse ma da forti ricavi da commissioni. “Questa – aggiunge – è l’unica risposta che posso dare a chi vuole comprare la nostra banca non pagando il giusto prezzo”.