E’ stata riconosciuta da una poliziotta mentre pregava in chiesa a Pompei Mariastella Giordalino, la donna romana proprietaria della catena di laboratori di esami clinici “Artemisia” che era scomparsa due giorni fa. Erano state 48 ore di paura: la Giordalino, infatti, da tempo si sentiva seguita e minacciata da un ignoto stalker per cui non era stata esclusa l’ipotesi di un rapimento.
In realtà la donna, che dice di aver attraversato un momento molto difficile anche per situazioni familiari molto complesse (è in lite da tempo con il fratello per questioni di eredità), aveva deciso di raggiungere la Sicilia “per stare un po’ sola”. Si era invece fermata a Napoli dove è stata rintracciata. E’ stato il marito, subito dopo la segnalazione della polizia, a raggiungere Pompei per riabbracciarla e riaccompagnarla a casa a Roma.La sessantenne titolare della catena “Artemisia Lab” non era tornata a casa nella giornata di giovedì e non si era più fatta sentire, le passate denunce per stalking della donna hanno fatto temere ad amici e familiari che il caso fosse più complesso di quello che sembrava.
“C’è qualcuno che vuole rovinarmi la vita. Ho subito, negli ultimi anni, grosse minacce, pressioni a livello di ispezioni di ogni tipo che hanno creato nella mia vita privata e su mio figlio di 12 anni un grosso handicap psicologico di stalking emotivo”: questo aveva dichiarato Mariastella Giorlandino nell’ottobre del 2013 in seguito alla denuncia ricevuta dai vigili urbani in merito agli abusi edilizi sulla sua villa sull’Appia Antica.
L’imprenditrice ha sempre spiegato di provenire da una famiglia semplice e che la catena di laboratori “Artemisia Lab”, fondata dal padre e gestita per anni insieme al fratello, fosse il frutto di lavoro e sacrificio. Giorlandino si è più volte sentita attaccata e discriminata in quanto donna e per questo al gentil sesso ha dato tanto spazio nel suo lavoro: affiancata da una Onlus, la “Artemisia Lab” si è specializzata in test diagnostici sulle donne in gravidanza e attività di una notevole rilevanza sociale come un centro d’ascolto gratuito per le vittime di stalking e di bullismo.
“Noi donne siamo costantemente penalizzate e colpite con ogni forma di violenza morale e psicologica”: aveva dichiarato l’imprenditrice in merito alle diciassette ispezioni dei Nas e della Asl sui suoi laboratori.
Corinna Spirito