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Sciopero Rai, per il Garante è illegittimo ma Cgil e Uil tirano dritto

di Raffaele Sardella05 Giugno 2014
05 Giugno 2014

Rai

Si alza la tensione in casa Rai. Lo sciopero programmato per l’11 giugno non è stato revocato, nonostante il Garante abbia dato lo stop: la protesta sarebbe illegittima perché non rispetta l’intervallo minimo di dieci giorni tra due scioperi nello stesso settore (il secondo è stato già fissato dall’Usb per il 19 Giugno).
Avanti con lo sciopero, quindi, ma con alcune incrinature sul fronte dei sindacati. Cgil e Uil confermano la protesta e precisano in una nota la “non consistenza rappresentativa” della sigla Usb.
Per la leader Cgil Susanna Camusso “Questo decreto mette a rischio la Rai nella dimensione di servizio pubblico e di grande impresa del paese”. Il segretario della Uil Luigi Angeletti rincara la dose, paragonando i 150 milioni di taglio ad un “pizzo chiesto da Renzi all’azienda”. Per il sindacalista, il presidente del Consiglio si sta comportando come un pessimo amministratore: “avrebbe dovuto affrontare i problemi della Rai come un vero capo del governo. Deve metterci la faccia e dire come si cambia la governance e fare un piano di rilancio e di sviluppo dell’azienda”.
Toni dialoganti, invece, da parte del sindacato delle emittenti pubbliche Usigrai, che si smarca dopo aver apprezzato i passi avanti del governo sul decreto Irpef. Dello stesso avviso è la Cisl che, per voce del segretario Raffaele Bonanni, si dimostra conciliante: “la vertenza non va trasformata in un inutile braccio di ferro dal sapore politico con il governo. In questo momento non lo capirebbero soprattutto i cittadini che pagano il canone”.
Ieri intanto è arrivato l’ok dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato per la cessione di quote minoritarie di Rai Way, i cui introiti serviranno a tappare i tagli imposti all’azienda. Un errore secondo il presidente della commissione di Vigilanza della Rai Roberto Fico. Per il parlamentare del m5s la via d’uscita a questa situazione sarebbe un cambiamento strutturale dell’azienda che passi attraverso la riduzione degli appalti esterni e la valorizzazione delle risorse interne.

Raffaele Sardella

 

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