La procura di Bolzano ha chiesto l’archiviazione per Alex Schwazer, condannato a otto anni dal Tas lo scorso 8 agosto 2016. Ora la parola passa al Gip, che dovrà scegliere se approvare la richiesta e scagionare così il marciatore italiano.
“Eravamo sempre convinti che sarebbe finita così. Una sorpresa casomai sarebbe stata la richiesta di rinvio a giudizio”, ha detto il legale di Schwazer, Gerhard Brandstaetter, che ha poi aggiunto: “Attendiamo ora i prossimi passi e un’eventuale opposizione alla richiesta di archiviazione. Faremo di tutto per tutelare l’integrità di Alex, sia in sede di giustizia ordinaria che sportiva”.
Il calvario del maratoneta comincia il 21 giugno 2016, quando viene comunicata la sua positività al testosterone. La condanna arriva due mesi dopo e gli impedisce di partecipare ai Giochi di Rio del 2016. Per l’ex campione olimpico di marcia è un duro colpo. Tuttavia il caso risulta sempre poco chiaro e si attende una svolta decisiva.
Il 14 settembre scorso il perito del Ris, interrogato dal Gip, parla di dati “anomali” di Dna e palesa l’ipotesi che si possa trattare di una manipolazione. Ora finalmente la svolta, che riaccende le speranze del campione altoatesino. Schwazer, infatti, nonostante i suoi 35 anni, è tornato ad allenarsi, con il sogno di poter prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e gareggiare per un posto sul podio.
Ai campionati del mondo di atletica leggera del 2007, l’atleta ha fatto gioire il popolo italiano conquistando la medaglia di bronzo. Tuttavia, la sua più grande soddisfazione arriva ai Giochi di Pechino 2008, dove si porta a casa la medaglia più ambita, quella d’oro. Poi il declino: la positività all’Epo durante i Giochi di Londra e la condanna del 2016. Ora, finalmente, Schwazer sembra intravedere la luce in fondo al tunnel.