ROMA – Record d’incassi nonostante i mancati finanziamenti pubblici. Scoppia la polemica su “C’è ancora domani”, la pellicola di Paola Cortellesi diventata il simbolo della lotta delle donne contro la violenza. Il film figura paradossalmente all’ultimo posto in una lista di cinquantuno progetti cinematografici in cerca di finanziamenti pubblici, perché il Ministero della Cultura lo aveva ritenuto “un’opera di scarso valore artistico”, impedendogli di accedere ai fondi dello Stato.
A spiegarlo nel dettaglio è Alberto Pasquale – il presidente di Umbria Film Commission – a Repubblica, facendo scoppiare la polemica sulla capacità di valutazioni delle commissioni ministeriali chiamate a erogare contributi selettivi. Immediata la replica dell’Ufficio Stampa del MIC. “La decisione della Commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il Ministro della Cultura allora in carica, non era Gennaro Sangiuliano”, si legge nel comunicato. Ma il ministro di allora, Dario Franceschini, “respinge le accuse: i contributi a film Cortellesi non li decide il ministro”, sottolinea l’ufficio stampa.