Si allarga il cerchio sullo scandalo sessuale di Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni no profit dedita alla lotta alla povertà globale.
Ora, a finire nel mirino è il numero uno, il chief executive Mark Goldring. Secondo i media britannici, sarebbe stato a conoscenza di alcuni episodi di molestie da parte degli operatori dell’organizzazione, ma li avrebbe ignorati dopo la segnalazione da parte dell’ex garante per la tutela delle norme di comportamento, Helen Evans. La Evans, diventata la “talpa” della vicenda, ha affermato che Goldring e i vertici di Oxfam avevano cancellato un incontro per discutere degli abusi compiuti dai funzionari della ong.
Lunedì si era dimessa la numero due dell’organizzazione, Penny Lawrence, che si era assunta la “piena responsabilità” per il comportamento dello staff della ong durante le crisi umanitarie in Ciad e ad Haiti.
La Oxfam è finita al centro dello scandalo per presunti abusi sessuali e anche per i festini hard che sarebbero stati organizzati in una residenza degli operatori umanitari a Delmas, vicino alla capitale di Haiti, durante la crisi seguita al terremoto del 2010. Secondo quanto scrive il Daily Mail, la ong avrebbe preso in affitto una maxi villa per organizzare orge con prostitute.
A commentare l’accaduto, Roberto Barbieri, direttore di Oxfam Italia, intervistato dal quotidiano La Repubblica. “Non c’è stato alcun insabbiamento. È una vicenda che avevamo scoperto e punito con il licenziamento del personale coinvolto. La nostra vicepresidente si è dimessa perché è una persona seria. All’ epoca di Haiti – prosegue – abbiamo ricevuto un parere legale secondo cui una denuncia avrebbe messo a rischio l’incolumità delle vittime. Con il senno di poi, probabilmente è stato un errore. Ma non commesso per nascondere l’accaduto. Oggi non esiste una lista nera da far circolare fra le associazioni umanitarie. Dovremmo crearla”.