Fillon non mantiene la promessa. Il candidato del centrodestra francese alle elezioni presidenziali non abbandonerà la corsa all’Eliseo come assicurato in diretta tv meno di un mese e mezzo fa. Ricevuto questa mattina l’avviso di garanzia, Fillon, da tempo nell’occhio del ciclone per l’inchiesta “Penelopegate” che aveva coinvolto la moglie Penelope e i loro due figli, non si scompone e decide di rispondere ai giudici. Non era mai accaduto che un candidato alle presidenziali venisse indagato a soli quaranta giorni dal voto alle presidenziali.
La convocazione del candidato di centrodestra era prevista per domani mattina, ma alla fine è stato ascoltato oggi dai giudici in totale discrezione. A renderlo noto, uno dei suoi avvocati Antonin Levy che dichiara: “l’audizione è stata anticipata perché si potesse svolgere in condizioni di serenità”. Al termine dell’interrogatorio, Fillon era iscritto al registro degli indagati per “appropriazione indebita di fondi pubblici, abuso di beni sociali, complicità e occultamento di questi reati, e violazione degli obblighi di comunicazione all’Alta autorità in materia di trasparenza nella vita pubblica” come riporta una fonte giudiziaria al sito dell’Express.
Al centro dell’indagine ci sarebbero anche dei bonifici misteriosi accreditati sul conto di Fillon da parte dei figli, i quali, impiegati in qualità di assistenti parlamentari, avrebbero girato al padre una parte dei propri salari. La difesa del candidato presidenziale francese sostiene che si tratti di semplici rimborsi spese. Ma ad aggiungere carne al fuoco, sono saltate fuori alcune fatture riguardanti abiti di lusso per 13mila euro offerti a Fillon, insieme ad altri 35mila euro per acquisti in contante effettuati presso lo stesso negozio: “Ho tutto il diritto di farmi regalare un vestito da un amico, tutto ciò non ha nulla a che fare con la politica”, ha replicato Fillon che nei sondaggi continua a rimanere fermo in terza posizione al 19%, ben lontano dalla leader del Front National Marine Le Pen.