Nel fine settimana saranno sentiti a Roma i primi indagati del Movimento 5 Stelle sullo scandalo firme false. Nei giorni scorsi, la Digos ha sentito oltre 400 persone sulla faccenda delle firme false depositate nel 2012 per presentare la lista del M5S alle comunali. I testimoni sono stati convocati a riconoscere le firme depositate. In molti hanno messo a verbale di non riconoscere le sottoscrizioni visionate. E in alcuni casi avrebbero anche sostenuto di non avere mai firmato per le liste alle comunali, ma di avere aderito e sottoscritto altre consultazioni, come quella sul referendum per l’acqua pubblica. Invece i primi indagati saranno sentiti a Roma nel fine settimana.
L’accusa che parte del Partito Democratico è di una “Grillopoli”, dove i dirigenti siciliani del movimento avrebbero utilizzato in maniera arbitraria le firme depositate dai militanti, come sostiene Carbone segretario nazionale del Pd. I vertici nazionali del movimento di Grillo attendono le mosse della Procura mentre solo Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio hanno fatto un passo indietro autosospendendosi. Gli altri deputati nazionali coinvolti hanno querelato il loro accusatore e attivista del movimento, Vincenzo Pintagro. La risposta dei dirigenti nazionali è affidata a Lugi Di Maio: “La differenza tra noi e loro si vede dalla reazione: noi per la vicenda delle firme false a Palermo chiediamo la autosospensione degli indagati. Il Pd ha governatori che incitano al voto di scambio e tace”, conclude caustico.