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Gita scolastica alternativa: dal club di scambisti al bacio saffico con la prof

di Corinna Spirito20 Marzo 2014
20 Marzo 2014

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Non sono certo solo le baby squillo romane l’unico esempio di ragazzine attirate dal mondo a luci rosse. Arrivano due storie proibite che coinvolgono alunne e insegnanti: nel primo caso, avvenuto a Ivrea, la professoressa Sabrina che accompagna due ragazze, una delle quali minorenni, a un club di scambisti; la seconda vicenda, svoltasi a Roma, dipinge addirittura l’amore tra una quindicenne e la sua insegnante quarantenne con cui si scambiava messaggi erotici.

Arriva in tribunale, a quasi quattro anni di distanza dall’accaduto, la storia di un’insegnante di un istituto tecnico d’Ivrea che avrebbe portato con sé, in un locale di scambisti, due sue allieve, una delle quali minorenne. Era la sera del 24 ottobre 2010 quando le ragazze, incuriosite dai racconti a luci rosse della docente, salivano in auto con la professoressa Sabrina e il suo amico quarantaseienne, Michele. La serata andò a gonfie vele, le due furono introdotte in un mondo per pochi (in cui “si fa sesso, certo, ma mica è obbligatorio”, ha spiegato l’uomo) e ne restarono elettrizzate. Forse l’insegnante intuì che avrebbero potuto vantarsene a scuola e allora le minacciò: “Se raccontate cosa è accaduto questa notte, vi boccio”.

L’estate trascorse nel silenzio, ma, a settembre, tornate a scuola, probabilmente le ragazze non resistettero alla tentazione di accennare qualcosa alle amiche: le voci di corridoio arrivarono fino all’ufficio della preside che, ascoltate le testimonianze delle dirette interessate, decise di denunciare la professoressa.

Arriviamo dunque allo scorso lunedì 17 marzo, quando, davanti al giudice, quella serata del 2010 è stata ricostruita da un’imbarazzata Sabrina e da un disinvolto Michele. Entrambi hanno negato di essere stati a conoscenza della minore età di una delle ragazze. “Io non chiedo mai l’età a una donna”: si è giustificato ironicamente l’uomo.

Il processo gravita principalmente intorno alla minaccia (che ha prefigurato il reato di violenza privata) dell’insegnante, ma è inevitabile che il dibattito dell’opinione pubblica si concentri sull’etica di questa docente e la discutibile “gita scolastica” scelta per le sue allieve del cuore. Le ragazze, costituitesi parte civile, non erano presenti in aula ieri, ma lo saranno il prossimo 13 ottobre, quando riprenderà il processo.

Diversa invece la vicenda romana di Paola, una studentessa di terza media che si innamora, corrisposta, di una sua docente. La ragazza è più grande delle sue compagne, ha quindici anni, e per la sua insegnante aveva perso la testa; la quarantenne, dal canto suo, gratificata dalle attenzioni dell’alunna, non ha avuto la forza di ostacolare quell’attrazione. Nasceva così quella rete di messaggi bollenti che le due si scambiavano di continuo sul telefonino e le chat virtuali, terminata solo perché scoperta da terzi. È stata la madre di un’amica di Paola a denunciare la storia alla polizia postale, dopo aver trovato sul cellulare della figlia i messaggi erotici che insegnante e alunna di erano scambiate, quando Paola aveva chiesto il telefono in prestito all’amichetta. Oltre ai cuoricini, le frasi appassionate e i “ti amo” virtuali, tra le due amanti c’era stato solo un bacio in un cinema, ma proprio per quel gesto d’amore, impacciato ma sentito, la professoressa rischia ora di finire a processo con l’accusa di atti sessuali con minori.

Corinna Spirito

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