L’odissea delle coppie che hanno effettuato la fecondazione assistita nell’ospedale Pertini di Roma non è ancora finita. Dopo la recente denuncia di una donna che, al quarto mese di gravidanza, ha scoperto di portare in grembo due gemelli, con un patrimonio genetico diverso dal suo, tutte le coppie che sono ricorse al nosocomio per riuscire ad avere un bambino sono in allarme. Ma la paura, si sa, si diffonde a macchia d’olio e con il passare del tempo ha colpito la maggior parte delle persone ricorse al medesimo metodo per concepire. E’ boom di telefonate infatti nei reparti di fecondazione assistita, e non solo al Pertini.
Ora, nell’ospedale romano, è stata istituita una commissione d’indagine, voluta dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme al direttore del centro Vitaliano De Salazar e guidata dal genetista Giuseppe Novelli, rettore di Tor Vergata. La A.s.l per far fronte alla situazione garantisce ora, a chi lo desideri, un test del Dna per confermare le corrispondenze genetiche tra genitori e figli. “Prenderemo i campioni di materiale biologico dei feti. A Tor Vergata, invece, stiamo per effettuare i prelievi di saliva a tutte le coppie coinvolte. Solo così, confrontando dieci Dna, riusciremo a capire chi sono i genitori biologici” ha dichiarato Novelli. Intanto una delle quattro coppie coinvolte nella vicenda, che sospetta di essere compatibile geneticamente, si è rivolta alla Procura di Roma affinché si accertino i responsabili e “si proceda nei termini della legge ove sussistano ipotesi di reato”.
Intanto la mamma dei gemelli ha espresso la volontà di tenere in ogni caso i due bambini, a prescindere dalla concordanza genetica. Come ha affermato l’avvocato della donna, Michele Ambrosini, infatti “la gravidanza continuerà, la coppia vuole tenere i bambini.”
“Il dato certo è comunque che si è davanti ad un caso unico- continua Ambrosini- che farà giurisprudenza. Nella materia infatti c’è vuoto normativo e giurisprudenziale.” Come si chiuderà questa vicenda, infatti, è difficile da prevedere, la cosa certa è che si sarebbe potuta facilmente evitare.
Cecilia Greco