Un gruppo di ragazzini che vivono alla giornata, nei vicoli di Napoli, tra armi, droga, soldi e locali poco raccomandabili. Roberto Saviano torna nelle librerie con il suo nuovo romanzo, “La Paranza dei Bambini”, raccontando il disagio sociale e culturale degli adolescenti, ispirandosi al quartiere Forcella.
Il nuovo libro – presentato ieri a Napoli nel rione Sanità e oggi a Roma alla Feltrinelli di via Appia – racconta la storia di alcuni quindicenni che si accostano alla malavita che sono – come spiega lo stesso autore in una nota che chiude il romanzo – frutto dell’immaginazione, ma “è invece autentica la realtà sociale e ambientale che li produce”.
Il testo narra dunque questa “paranza”, nome che viene dalle barche a vela usate per la pesca a strascico che ingannano i pesci con la luce, che, allo stesso modo, inganna i ragazzini che nell’illusione della ricchezza, del rispetto e del potere vanno a rischiare la vita fino a morire. I protagonisti sono tutti adolescenti con scarpe firmate, famiglie normali, tatuaggi, che non temono né il carcere né la morte. Non hanno dunque un domani, e neanche ci pensano o ci credono ad un futuro, perché sanno che l’unica loro possibilità è giocarsi tutto e subito. Nasce dunque un gruppo di fuoco legato alla realtà criminale locale, e i giovani protagonisti imparano così a sparare e a seminare il terrore per le strade a bordo dei loro scooter.
Saviano mette quindi il lettore ancora una volta di fronte alla cruda e crudele realtà quotidiana di alcuni quartieri malfamati di Napoli, costringendo chi si accosta al romanzo a guardare ciò che accade da un punto di vista nuovo, proprio quello dei baby-criminali.
“Io per diventare bambino c’ho messo dieci anni, per spararti in faccia ci metto un secondo” è la frase eloquente di uno dei protagonisti. La Paranza dei Bambini parte da questa narrazione schietta e realistica, per far riflettere il lettore sul tessuto sociale e culturale che lo stesso romanzo vuole descrivere. La cultura e le mentalità, quindi, di chi non crede di avere una possibilità per l’avvenire, di non non crede nei talenti e nelle proprie opportunità. Da qui l’unico stile di vita possibile: “i soldi li ha chi se li prende” perché “meglio sparare, prima di essere sparati”.