HomeCronaca Saverio compie 18 anni. Cresciuto grazie ad un cuore artificiale trapiantato al Bambin Gesù

Saverio compie 18 anni. Cresciuto grazie ad un cuore artificiale trapiantato al Bambin Gesù

di Domenico Mussolino13 Febbraio 2013
13 Febbraio 2013

L’unica soluzione era impiantargli un cuore nuovo. E così l’équipe cardiologica del Bambin Gesù guidata da Antonio Omodeo nel2010 haproceduto all’intervento: primo caso al mondo di trapianto su un quindicenne.

Da tre anni Saverio Marinelli vive normalmente, merito della macchina artificiale che gli pompa il sangue in tutto il corpo: peso90 grammi, lunghezza4 centimetri, batterie al litio ricaricabili. Grazie all’eccezionale operazione è riuscito ad arrivare alla maggiore età, compiuta oggi, e il prossimo 24 Febbraio potrà votare.

La distrofia di Duchenne. La malattia che lo ha colpito si chiama distrofia di Duchenne. È una delle distrofie muscolari più conosciute. È degenerativa e colpisce l’apparato motorio: impedisce di camminare e crea difficoltà al sistema respiratorio e cardiaco. Saverio vive su una sedia a rotelle, ma frequenta il quarto anno del liceo scientifico a Marsciano (Perugia) e pensa di iscriversi all’università. Quando nel Gennaio del 2011 è ritornato in classe, dopo la lunga degenza in ospedale, è stato accolto con una festa organizzata da tutti i suoi compagni di classe.

Le elezioni. A Camilla Mozzetti del “Messaggero” racconta la sua vita, le sue passioni, le sue aspirazioni. “Mi piace studiare, esco con gli amici, seguo la mia Juve in televisione e ascolto tanto i Coldplay, ma anche i Queen.” Non nega però di aver avuto parecchie difficoltà. “All’inizio, dopo l’intervento, ho vissuto un periodo molto difficile, soprattutto per il fatto che il mio cuore deve essere ricaricato ogni giorno dopo circa dieci ore.” Adesso è contento del suo prossimo impegno elettorale. “Il 24 Febbraio andrò a votare per la prima volta e sono molto eccitato perché seguo con interesse le vicende del nostro paese.”

L’intervento riuscito. Il professor Omodeo spiega la scelta di procedere all’intervento, una decisione niente affatto semplice. “È stata dettata dal cuore più che dalla ragione. I bambini e i giovani affetti da distrofia di Duchenne a cui subentra un’insufficienza cardiaca sono destinati alla morte in tempi brevissimi”. “Saverio, da tempo, era ricoverato nel nostro reparto era la mascotte di tutti. Un ragazzo molto acuto, intelligentissimo. Eravamo coscienti delle difficoltà e soprattutto delle implicazioni che potevano subentrare dopo l’intervento, ma ce l’abbiamo fatta.”

Domenico Mussolino

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