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HomeEsteri Save the Children, rapporto shock sui bambini siriani

Save the Children
presenta il rapporto
sui bambini siriani

Molti di loro soffrono di danni mentali

Neri: "serve sostegno psicologico"

di Giulia Turco07 Marzo 2017
07 Marzo 2017

 “Ferite invisibili”. È questo il nome del rapporto presentato oggi da Save the Children, a pochi giorni dal sesto anniversario dall’inizio del conflitto siriano. Era il 15 marzo 2011.

Da allora si stima che siano state oltre 470.000 le vittime della guerra. Attualmente, nel complesso, 5,8 milioni di bambini vivono ancora sotto i bombardamenti della Siria e almeno 3 milioni di loro oggi hanno sei anni. Ciò significa che non hanno mai conosciuto altro al di fuori della guerra.

Per la prima volta l’associazione internazionale si è occupata di indagare l’impatto psicologico dei bambini coinvolti nel conflitto, attraverso interviste e testimonianze raccolte tra adulti e minori siriani. “Questa ricerca dimostra che le conseguenze della guerra sui bambini sono devastanti”, spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “Bambini che sognano di morire per andare in Paradiso e avere un posto dove poter mangiare e stare al caldo, o che sperano di essere colpiti dai cecchini per arrivare in ospedale e magari riuscire a scappare dalle città assediate”, continua Neri.

 Il quadro emerso è di fatto angosciante. Due bambini su tre ad esempio, dicono di aver perso qualcuno che amavano e la loro casa è stata bombardata. Moltissimi non riescono a dormire per incubi, paura del buio, bombardamenti, o se riescono a farlo soffrono di disturbi come frequenti enuresi notturna. La metà degli adulti intervistati poi, denuncia che molti di loro non sono più in grado di parlare e che in tanti commettono atti di autolesionismo, fino a tentare il suicidio. L’uso di droghe nei gruppi di adolescenti poi, è all’ordine del giorno. Tra le conseguenze c’è un riscontrato aumento di violenza e aggressività, anche all’interno del nucleo familiare. Tanto scioccante poi, è che il 59% degli adulti confessa di conoscere bambini reclutati nei gruppi armati, alcuni anche sotto i 7 anni.

“Non possiamo rimanere a guardare, – conclude il presidente generale dell’associazione -gli aiuti devono raggiungere le popolazioni con particolare attenzione al sostegno psicologico per i più piccoli e vulnerabili”.

http://http://video.repubblica.it/mondo-solidale/con-il-drone-di-save-the-children-su-aleppo-devastata-dopo-6-anni-di-guerra/269573/270020?ref=fbpr

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