I bambini sono a rischio estinzione. Lo rivela l’ultimo rapporto di Save the Children presentato nella XII edizione dell’Atlante dell’Infanzia, intitolata ‘Il futuro è già qui’. A pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’infanzia l’Ong evidenzia dati preoccupanti: In Italia ci sono 600 mila minori in meno rispetto a quindici anni fa e un milione in più vivono povertà. Da qui l’appello di “un urgente cambio di rotta a partire dal Pnrr”, il Piano nazionale ripresa e resilienza.
L’organizzazione sottolinea che la crisi innescata dalla pandemia ha accelerato la corsa della povertà assoluta iniziata quindici anni fa che nel 2019 aveva subito una lieve frenata grazie all’entrata in vigore del reddito di cittadinanza. Ad oggi sono circa 753 mila i minorenni beneficiari del rdc su 3 milioni di individui. Tra le principali cause della crescita della povertà ci sono gli scarsi investimenti che lo Stato negli ultimi dieci anni ha dedicato all’istruzione, in particolare ai servizi per la prima infanzia e al tempo libero.
Il report evidenzia che in Italia la percentuale di Early School Leavers, ovvero di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno concluso il ciclo d’istruzione, sono il 13,1%, superando di oltre tre punti percentuali la media europea. Poi ci sono i Neet, giovani tra i 15 e i 19 anni che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in alcun percorso formativo, che raggiungono il 23,3% su una media europea del 13,7%. Pesa anche l’ambiente compromesso in cui vivono: un minore italiano su cinque vive in città inquinate.
L’inquinamento è uno dei principali temi d’interesse per gli adolescenti. Interrogati da Ipsos per Save the Children, otto su dieci sono fiduciosi nella scienza e uno su tre ritiene che l’invecchiamento della popolazione, l’energia sostenibile, la diminuzione delle emissioni inquinanti e le diseguaglianze socio economiche siano tra le principali sfide che la ricerca scientifica dovrà affrontare fra dieci anni.