“Il cda della Scala di Milano regna sovrano e non si farà condizionare dalla politica”. Queste le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Marino. Parole che nascono da una domanda sul possibile ingresso di membri dell’Arabia Saudita nel Consiglio di amministrazione del teatro milanese, di cui lui è presidente.
Continua dunque a far discutere la proposta di investimento avanzata da una compagnia petrolifera saudita, pronta a versare 15 milioni di euro al Teatro della Scala di Milano. L’inserimento di componenti arabi nel cda della Scala porta a una discussione tra il primo cittadino milanese e alcuni esponenti della Lega.
“In questo momento è chiaro che i leghisti stanno diffondendo molte falsità. È pensabile che il presidente della Regione, Attilio Fontana, non sapesse cosa stava succedendo?”. La rabbia di Sala sorge da un’intervista rilasciata da Fontana al Corriere della Sera, nella quale si diceva inconsapevole della vicenda. Pronta la replica del governatore su Facebook: “Le relazioni con i sauditi non nascono con Max Ferrari (consigliere leghista indicato come il primo che avrebbe proposto una collaborazione tra la Scala e il governo saudita ndr)”.
Nella vicenda inserisce il ministro dell’Interno Matteo Salvini, contrario all’ingresso di soci sauditi nel cda del Teatro milanese. “Io preferirei che la Scala fosse indipendente”, ha dichiarato ieri il vicepremier durante una conferenza stampa dopo il Consiglio federale della Lega. “Non mi intrometto – ha aggiunto – nelle decisioni del cda. Ho solo espresso un’opinione”. Opinione che si può riassumere nelle sue dichiarazioni di due giorni fa: “Sulla Scala condivido l’idea del presidente Fontana e penso che possiamo fare a meno dei soci arabi”.