ROMA – Resta a Milano la competenza territoriale del filone d’indagine sul caso Visibilia, in cui figura tra gli indagati anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè, accusata di truffa aggravata ai danni dell’Inps in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid. La decisione è arriva nella tarda serata di ieri dalla Cassazione, come anticipato dal Corriere della Sera e dalla Stampa.
L’avvocato Nicola Pelanda, difensore di Santanché, ha definito “folle e vergognoso” il modo in cui la stampa ha dato comunicazione della scelta della Suprema Corte. “Noi avvocati non sapevamo ancora nulla – ha sottolineato il legale – la Corte di Cassazione aveva dato rassicurazioni che i giornali non avrebbero pubblicato prima la notizia .
La questione della competenza territoriale, respinta dalla Corte di cassazione, era stata avanzata dalla difesa della ministra di Fratelli d’Italia che chiedeva di trasferire il processo a Roma, ritenendo la Capitale la “sede naturale” del dibattimento perché è “lì che si trova il server dell’Inps e anche perché il primo versamento è intervenuto su un conto romano”. Dopo il pronunciamento della cassazione, l’udienza preliminare riprenderà, come da calendario, il prossimo 26 marzo davanti al gup di Milano.