HomeCultura SANREMO/3 Il festival crolla all’Ariston, share troppo basso e cachet troppo alti

SANREMO/3 Il festival crolla all’Ariston, share troppo basso e cachet troppo alti

di Elisa Mariella21 Febbraio 2014
21 Febbraio 2014

fazioL’Auditel non risparmia nessuno, nemmeno il Fazio nazionale. Per la terza serata che ha visto succedersi sul palco a colpi di note i big e i giovani della 64°ma edizione di Sanremo, lo share medio è stato il peggiore dal 2008: 34.93% il dato di oggi sul Festival, che conferma la perdita d’interesse degli italiani nei confronti di un evento notoriamente tanto atteso. Sbagliate le scelte editoriali e show noioso per i critici (le Kessler non hanno sortito l’effetto sperato, tranne svegliare i più attempati nelle prime file), ma il presentatore buonista e sempre attento a non usare termini volgari non ci sta: all’ennesima domanda della stampa sul crollo degli ascolti risponde piccato, a voler essere cortesi. A parte le “scatole rotte” di Fazio però, nessun «mea culpa» nemmeno da parte del direttore Leone che – come riporta Il Giornale – scarica le responsabilità del primo canale sul carnet vario che i telespettatori hanno a disposizione (oggi più di ieri) quando si siedono davanti alla tv.
Altra questione spinosa è quella degli investimenti pubblicitari degli sponsor che hanno messo in allarme i capi di Viale Mazzini: se il flop sarà l’unico ricordo di questo show che, come confermano le percentuali, è subito apparso pesante e a tratti melenso, la Rai si vedrà costretta a restituire parte delle somme investite sull’evento dagli inserzionisti.
Ma Fazio quanto ha ricavato da questo bis sanremese? Se lo chiede Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro che snocciola una serie di dati sul patrimonio economico e immobiliare del conduttore, sottolineando come i suoi cachet siano visibilmente aumentati dai tempi di Quelli che il calcio: si è passati dai 1,3 miliardi di lire del Sanremo 1999 agli attuali 600 mila euro, per non parlare degli 1,8 milioni di Che tempo che fa. Ma se tutti hanno un prezzo e in fondo, pecunia non olet, la brezza ligure di cui il savonese gode dal suo casale in collina (una supervilla classe A8) deve essergli costata un bel po’.

Elisa Mariella

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