ROMA – Continua la dura battaglia della Rai, che si gioca sulla sottile distinzione tra la titolarità del marchio e gestione del format tv. A una settimana dall’inizio del festival, la Rai ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar della Liguria, che lo scorso dicembre aveva dichiarato illegittimo l’uso esclusivo del marchio Festival della Canzone Italiana affidato alla televisione pubblica. Fatta salva la prossima edizione del festival, affidata a Carlo Conti, secondo le indicazioni del Tar, dal 2026 per aggiudicarsi l’affidamento dell’organizzazione del festival bisognerà vincere una gara aperta a tutti gli operatori del settore.
Un responso che non convince l’azienda di Stato, che immediatamente ha rivendicato la sua storica titolarità sul format televisivo con l’obiettivo di far riconoscere la piena legittimità delle delibere concesse dal Comune di Sanremo. Una posizione che si appella anche alla stessa dicitura della sentenza, secondo cui “nessuno al di fuori di Rai è titolato a organizzare il Festival nella sua versione attuale i cui diritti spettano a quest’ultima in via esclusiva”.
La disputa sul marchio era stata impugnata in principio dalla Just Entertainment, società di edizione e di produzione e realizzazione di eventi e opere musicali. Nel marzo 2023 l’azienda aveva manifestato al Comune di Sanremo il suo interesse “ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival” e del relativo marchio per occuparsi della sua organizzazione e il suo svolgimento. Ma dal Comune nessuna risposta. Così l’azienda di Sergio Cerruti ha predisposto un ricorso al tribunale amministrativo, contestando proprio il monopolio esercitato dalla Rai sul marchio e sulla gestione della 74/a edizione del festival e potenzialmente anche sulle prossime edizioni.
Tuttavia, come fa sapere direttamente la Rai, l’irregolarità esposta dal Tar dovrebbe riguardare soltanto l’uso esclusivo del marchio, nonché alcuni servizi erogati in occasione dell’organizzazione del Festival stesso. Dunque, per ora rimane esclusa l’ipotesi che la manifestazione canora possa essere organizzata da terzi.