Da poche ore, dalla Rai trapelano le prime indiscrezioni sui compensi previsti per il prossimo Festival di Sanremo 2019, in partenza il prossimo 5 febbraio. Come sempre, tira aria di polemica. Complici anche le recenti dichiarazioni pro-migranti di Claudio Baglioni – direttore artistico e conduttore per la seconda volta – arrivate in un momento mai così delicato, anche quest’anno la discussione sulle spese Rai non accenna a placarsi, e, anzi, sembra profilare una kermesse tesa in primis proprio su questo fronte.
Per ora, stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, Baglioni sarebbe l’unico con una situazione contrattuale definita: 700mila euro, 100mila in più dello scorso anno. Un aumento, probabilmente, motivato dal successo dell’edizione del 2018. Diversa è, invece, la situazione degli altri due protagonisti, Claudio Bisio e Virginia Raffaele. Entrambi, infatti, avrebbero un precontratto per le cifre – rispettivamente – di 450mila euro e 300mila euro. Ma si tratta, appunto, di un accordo ancora in via di definizione. Ed è qui che, sempre secondo il Corriere, si starebbe arrovellando la questione compensi.
La nuova corrente di pensiero presente in Rai, infatti, vorrebbe un ritocco al ribasso, verso un Sanremo da 250mila euro per lui e 150mila per lei. La ragione dietro questa retromarcia è chiaramente politica: nasce sull’onda della polemica fra il vicepremier Matteo Salvini e Baglioni sulla questione migranti, e si inserisce nella generale indignazione sull’uso dei fondi pubblici del leader del Carroccio.
Numeri alla mano, le cifre emerse risultano comunque in linea con gli altri compensi televisivi, oltre che con quelle delle ultime edizioni e con il budget previsto. Ma i compensi (e i conti pubblici) renderanno chiaramente mai come quest’anno Sanremo un appuntamento non solo di spettacolo.