‘Perché Sanremo è Sanremo’. Almeno dal 29 gennaio del 1951, quando Nilla Pizzi vince il primo Festival con Grazie dei fiori. Stasera, settantadue anni dopo, ci saranno solo fiori finti davanti al Teatro Ariston a causa dei rincari, e i primi 12 big in gara attraverseranno un prato di erba sintetica al posto del tradizionale red carpet. Ma gli organizzatori giurano: “É il colore della speranza perché sia l’ultimo Festival con il Covid”.
Malgrado il fantasma della pandemia (di cui comunque non si parlerà), Sanremo è tornata a popolarsi rispetto alla blindatissima edizione del 2021. Giusto il tempo per consentire a Fiorello di poter ingaggiare qualche gag con il pubblico di nuovo in sala. C’è chi scommette che non mancheranno riferimenti all’elezione del presidente della Repubblica. Ma tutto è lasciato all’estro dello showman. Anche la politica sembra allentare la morsa per l’occasione e il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri tranquillizza Amadeus sul rischio di positività al Covid: “Se asintomatico può stare sul palco e condurre Sanremo”.
Dunque, non ci sarà bisogno di piani B. Gianni Morandi, Noemi, La Rappresentante di Lista, Giusy Ferreri, Dargen D’Amico, Achille Lauro, Rkomi, Mahmood & Blanco, Ana Mena e Massimo Ranieri saranno i primi a esibirsi in gara. Ma l’apertura in grande stile sarà dei Maneskin che tornano sul palco che li ha consacrati nel 2021 con ‘Zitti e buoni’. Debutto per i Meduza: il trio di producer italiani Mattia Vitale, Simone Giani e Luca De Gregorio, 8 miliardi di stream, centinaia di certificazioni worldwide, che sarà sul palco con Hozier, con cui divide il brano dei record Tell It To My Heart. Al fianco di Amadeus ci sarà Ornella Muti, 50 anni di carriera e più di 200 film, che porterà in scena i temi dell’ecosostenibilità.
Come sempre anche in questa 72esima edizione la polemica è sempre in agguato . Seppellita l’ascia di guerra sulla svista di Gianni Morandi (che pubblica per errore parte della canzone in gara), e la partecipazione della spagnola Ana Mena al festival della musica italiana, anche i temi sensibili agitano il dibattito. Proprio ieri Damiano dei Maneskin aveva indossato una maglietta Lgbtq, ed oggi il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, lancia il monito: “Il Festival eviti di essere amplificatore di ideologie”.