NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:15 del 21 gennaio 2025

HomeCronaca Sanità, l’allarme Svimez: “Forte squilibrio tra regioni”

Sanità, l'allarme Svimez
l'autonomia differenziata
peggiorerà la situazione

Bianchi, direttore del centro di ricerca

"Ancora forti differenze tra Nord e Sud”

di Clara Lacorte20 Gennaio 2025
20 Gennaio 2025

Luca Bianchi, direttore generale Svimez

Luca Bianchi, direttore generale di Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), in un’intervista a Lumsanews spiega i possibili effetti negativi dell’autonomia differenziata sulla sanità pubblica in Italia. Partendo dall’indagine “Un Paese due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute”, fa il punto su cosa potrebbe cambiare in Italia, con un focus sulla Regione Lazio. 

Dalla vostra indagine appare chiaro che persistono in Italia differenze importanti in ambito sanitario. Quali sono le principali? 

“La prima è lo squilibrio di spesa pro capite a livello nazionale.In Italia è decisamente più bassa rispetto a Paesi europei come Francia e Germania. Quindi c’è un problema complessivo di finanziamento del sistema sanitario nazionale”. 

Quando è iniziato questo fenomeno?

“Tra il 2010 e il 2019 c’è stato un forte calo della spesa sanitaria. Questo da una parte ha indebolito il sistema e dall’altro ha aumentato le distanze tra le regioni più ricche e le regioni più deboli. Anche gli ultimi dati sulla spesa sanitaria mostrano che nel corso dei prossimi due anni ci sarà un’ulteriore riduzione della spesa paritaria in percentuale del Pil ulteriore. Quindi c’è proprio un problema di finanziamento del sistema”. 

E l’altro problema?

“L’altro punto, quello che caratterizza l’Italia, è dato dalle forti disuguaglianze interne in termini di qualità dei servizi erogati. E questo si riflette soprattutto in un divario tra Nord e Sud ma non solo. Anche le regioni del Centro hanno difficoltà nell’erogare i servizi. Così viene alimentata una forte mobilità sanitaria”. 

Cosa è emerso rispetto alla situazione della sanità nel Lazio? 

“Il Centro Italia è molto differenziato. Abbiamo regioni come Umbria e Abruzzo con indicatori abbastanza negativi. Il Lazio è una regione particolare per la presenza della Capitale, che  presenta difficoltà soprattutto in termini di liste d’attesa, con dati molto preoccupanti”. 

Come si pone il Lazio riguardo alla mobilità sanitaria?

“Il Lazio è un attrattore. Ha diversi ospedali che accolgono persone dal Sud, pensiamo ad esempio al Bambino Gesù o al Policlinico Gemelli. Però in termini di erogazione del servizio base persistono difficoltà soprattutto in termini di liste d’attesa”.

Le liste d’attesa sono un tema importante, più volte la Regione Lazio ha sottolineato la necessità di abbattere i tempi. Cosa ne pensa? 

“È stato fatto un decreto al governo sulle liste d’attesa, convertito nella legge 107 del 29 luglio 2024, che però era debole, non aveva stanziamento di risorse ed era solo uno sgravio fiscale per l’aumento delle ore dei medici e degli infermieri. C’è un problema poi di equilibrio tra pubblico e privato. C’è una consistente crescita, negli ultimi anni, della quota privata rispetto a quella pubblica. Da un lato questo alleggerisce il pubblico, però chiaramente aumentano le disuguaglianze tra chi può permettersi le cure e chi no. Si amplia quindi un divario

Cosa potrebbe cambiare con l’autonomia differenziata?

“Il modello dell’autonomia differenziata rischia di aumentare ancora di più i divari territoriali, soprattutto a sfavore del Sud. Questo perché una maggiore autonomia alle regioni del Nord permetterebbe di offrire più servizi e quindi di attrarre più pazienti dal Sud. Aumenta la mobilità sanitaria, che non è un costo solo per il cittadino che si deve spostare, ma crea uno squilibrio tra regioni. Perché chiaramente la Regione da cui si proviene deve indennizzare quella che accoglie.Di fatto rischiamo di far saltare il sistema nazionale”.

Ritiene che possa essere una soluzione investire nella sanità territoriale? 

La sanità territoriale potrebbe essere una soluzione. Ci sono soldi del Pnrr volti a rafforzarla, soprattutto le aree interne a rischio di spopolamento. Il problema è che bisogna aumentare gli investimenti. Tanti lavori non sono stati completati. Questo è un treno che non si può perdere. Tanti ospedali stanno chiudendo. Se non si costruiscono centri di prima assistenza potrebbero aumentare i problemi”. 

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma

ARTICOLI PIU' LETTI

Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig