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Sandra Yura: “Faccio la escort” e il fisco le chiede 50mila euro

di Maria Lucia Panucci21 Febbraio 2014
21 Febbraio 2014

sandra yuraFa la escort ma il fisco le ha chiesto 50mila euro. Può sembrare strano perché da che mondo e mondo, le prostitute non hanno mai pagato le tasse. Eppure per il fisco Sandra Yura è una lavoratrice autonoma con ditta individuale e per questo deve sborsare le tasse come gli altri. La vicenda ha avuto inizio nell’ottobre del 2012 quando la Guardia di Finanza di Salò, dove allora abitava la bella brasiliana, è entrata a casa sua e ha redatto un verbale di contestazione nei suoi confronti. Come ha raccontato lei stessa si trattava di una vera e propria “ispezione ai fini di ricerca, prevenzione e repressione delle violazioni in materia di entrate, nonché ai fini dell’accertamento delle imposte dovute dirette e Iva per il periodo dal 2008 al 2011”. Di fronte alle divise Sandra Yura non ha avuto problemi. “Ho mostrato spontaneamente la documentazione in mio possesso e ho dichiarato di fare la escort”, ha detto. Del resto la donna in passato aveva anche tentato di regolarizzare la sua posizione contributiva recandosi all’Agenzia delle Entrate e alla Camera di Commercio ma le era stato sempre risposto che non poteva aprire una partita Iva perché la sua attività non rientrava in nessuna categoria professionale. Non la pensano così però le Fiamme Gialle che, attraverso vari controlli, hanno stabilito che l’attività della brasiliana era assimilabile a quello di un lavoratore autonomo e le hanno notificato quattro avvisi di accertamento per Irpef, Iva, Irap, Inps, oltre a sanzioni e interessi per un ammontare di circa 50 mila euro. Sandra Yura ora dovrà piegarsi al fisco non senza protestare: “Dovrebbero fare pagare le tasse a tutte quelle che fanno il mio mestiere. Si recupererebbero un sacco di soldi per la gioia delle casse dello Stato e dei tanti cittadini che da tempo chiedono che l’attività di prostituta venga regolarizzata”. E forse non ha tutti i torti.

Maria Lucia Panucci

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