E’ stata una giornata fitta d’impegni quella di ieri per Aung San Suu Kyi in visita a Roma. Il primo ha ricevere il Nobel per la pace è stato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano insieme al ministro degli Esteri Emma Bonino, alla Farnesina.. Al termine dell’incontro la leader dell’opposizione birmana si è detta “davvero felice di essere qui, di potere incontrare tutti gli italiani che hanno voluto sostenere la nostra causa per la democrazia degli ultimi decenni”. “Devo dire – ha aggiunto nel corso della conferenza stampa congiunta con Emma Bonino – che sono stata molto toccata dall’accoglienza riservatami qui a Roma e mi auguro che potrete continuare a rimanere al nostro fianco e a sostenerci via via che ci avviamo lungo il percorso della democratizzazione”.
Il secondo appuntamento del premio Nobel è stato quello con Enrico Letta a Palazzo Chigi. Al centro del colloquio, in inglese, l’impegno dell’Italia per favorire il processo di transizione verso la democrazia in Birmania in vista delle prossime elezioni del 2015. Il Premier ha anche invitato San Suu Kyi all’Expo 2015, invito che ha accettato molto volentieri visto il tema della fiera, il Food Security, tema caro al Nobel.
La leader birmana ha poi incontrato Papa Francesco in Vaticano, un incontro definito “storico” a sostegno dei diritti religiosi e umani in Asia. Il Pontefice e Saa Suu Kyi hanno discusso due temi molto cari alla Santa Sede, quella del traffico degli esseri umani e la tutela della libertà della confessione religiosa: in Birmania, infatti, sia cristiani sia mussulmani sono stati oggetto di gravi episodi di intolleranza, che hanno portato anche la morte di circa un centinaio di persone durante l’anno.
La scorsa domenica il sindaco di Roma Ignazio Marino ha conferito a San Suu Kyi, nell’aula Giulio Cesare la cittadinanza onoraria, riconoscimento che le era stato assegnato nel ‘94 dall’allora primo cittadino Francesco Rutelli, ma mai ritirata. La leader democratica, nel suo viaggio per l’Europa, ha anche potuto ritirare dopo ventitre anni il premio Sakharov di cui è stata insignita da parte del Parlamento europeo, ma che non aveva mai potuto ritirare a causa delle strette restrizioni alla sua libertà personale da parte del regime militare birmano.
Francesca Ascoli