MILANO – Dopo gli scontri che hanno scosso il quartiere Corvetto per la morte del giovane Ramy, nelle ultime ore è tornata la calma nella periferia sud-ovest di Milano. Rimane però infiammato il dibattito politico.
Secondo il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini “c’è un problema drammatico su queste benedette seconde generazioni, sulle baby gang di figli di cittadini stranieri, ragazzi nati in Italia, ma che non si sentono parte di questo Paese”. Intervenuto a Rtl 102.5, il ministro dei Trasporti ha parlato di “aggressioni sui treni, bullismo, baby gang, aggressioni alle ragazze, non sempre di cittadini stranieri ma in buona parte sì”. Il problema delle baby gang delle seconde generazioni non integrate è quindi “un’emergenza nazionale”.
Sulla stessa linea il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha parlato di “situazioni molto preoccupanti che purtroppo si erano già viste in altri Paesi, come a Parigi, che qualcuno aveva previsto che si sarebbero potute verificare”, intervenuto a margine dell’evento “Fili per il futuro delle città” all’Università Iulm di Milano.
“Evidentemente c’è una parte della popolazione, soprattutto giovani di seconda e terza generazione, che non si integra e che quindi manifesta la rabbia con queste forme di ribellione che sono estremamente preoccupanti e alle quali bisognerà non fare finta di niente”, ha continuato.
Nel frattempo il papà di Ramy, Yehia Elgaml, ha dichiarato ai microfoni dell’Ansa di dissociarsi dalle violenze: “Siamo lontani da quanto accaduto l’altroieri sera e ci impegniamo a rispettare la legge nel nostro secondo Paese, l’Italia”. Ha aggiunto di non volere vendetta, ma solo la verità e di avere fede nella magistratura. L’uomo ha ringraziato le persone per la vicinanza, “soprattutto gli italiani: mio figlio ormai era più italiano che egiziano”.
Sulla morte del figlio, proseguono le ricerche degli inquirenti. Tra gli indagati per omicidio stradale l’amico alla guida dello scooter e il carabiniere che era all’inseguimento.