ROMA – Matteo Salvini firma la precettazione dello sciopero generale di venerdì 29 novembre. I sindacati, di conseguenza, invocano il diritto costituzionale e minacciano di rivolgersi alla magistratura.
Continua il braccio di ferro tra il ministro dei Trasporti e i segretari dei sindacati confederali. Al centro della polemica la richiesta, avanzata ieri, 26 novembre, dalla Commissione di garanzia sugli scioperi, di ridurre lo stop dei trasporti da otto a quattro ore. La proposta ha però ottenuto un rifiuto netto da parte dei segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. È arrivata così la precettazione del ministro Salvini, che Landini ha definito “un atto di messa in discussione del diritto di sciopero”, e che ha promesso di impugnare.
“Mi pare che qualcuno faccia politica. Landini immagino sarà il prossimo candidato della sinistra”, ha risposto Salvini durante un intervento a Rtl 102.5 in merito alla presa di posizione del segretario di Cgil, aggiungendo che “l’Italia non è una Repubblica fondata sulla Cgil”. Landini intervistato dall’Huffpost, ha risposto che il ministro dei Trasporti dovrebbe occuparsi dei problemi di mobilità 365 giorni l’anno ,“non solo quando viene proclamato uno sciopero”. Ha rimarcato poi l’insensatezza della precettazione dal momento che i sindacati avevano già escluso il blocco del trasporto ferroviario e ha aggiunto: “abbiamo rispettato le regole. Nel merito è proprio una follia”. Rispetto alla scelta di Cisl di non aderire alla protesta, il segretario ha poi commentato: “La risposta migliore sarà quella di venerdì 29. Non voglio polemizzare, porto rispetto e chiedo rispetto. L’ultimo sciopero unitario risale al 2013”.
Landini e Bombardieri hanno poi criticato il lavoro del Garante degli scioperi, accusando la Commissione di garanzia di avere obbedito ai diktat del ministro. Hanno infine confermato che scenderanno in piazza venerdì, uno a Bologna, l’altro a Napoli, per chiedere di cambiare la legge di Bilancio considerata “inadeguata”.
A dare manforte a Salvini il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana. “C’è qualcuno che sta giocando un po’ con il fuoco lanciando questi messaggi di ribellione sociale. Sono questioni estremamente preoccupanti e chi le fa non si rende conto che rischia di creare danni inenarrabili”, così Fontana a margine dell’evento ‘Fili per il futuro delle città’.