La Lega si sarebbe mobilitata per salvare Monte dei Paschi di Siena, premendo sul Movimento 5 Stelle per un intervento diretto dello Stato a tutela dell’istituto bancario senese, storicamente legato alla sinistra italiana. Un’operazione possibile iniettando liquidità in Mps e in Carige per blindarle, dopo l’allarme lanciato dalla Banca centrale europea sulle coperture dei crediti deteriorati, cioè quelli che i debitori non riescono più a ripagare.
La vigilanza dell’organismo dell’Ue ha chiesto due giorni fa agli istituti di credito di eliminare gradualmente tutte le sofferenze entro il 2026, causando il tonfo in Borsa di Mps. Il monito ha fatto infuriare i grillini e lo stesso vicepremier Matteo Salvini che ha parlato di un “atteggiamento prevaricatore” da parte dell’Europa, che “potrebbe costarci 15 miliardi”. Ma proprio quell’allarme, che si somma alle continue difficoltà della banca toscana, potrebbe imporre un intervento pubblico.
L’economista leghista Alberto Bagnai ha spiegato a Repubblica: “È la Bce che con i suoi interventi destabilizzanti pone ostacoli a soluzioni di mercato, fino a rendere inevitabile un’operazione pubblica. L’eventuale intervento statale, se ci sarà, dovrà essere risolutivo”.
Il quotidiano romano ha dedicato un retroscena alla vicenda, firmato da Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa, sostenendo che l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, avrebbe il timore che con un intervento pubblico, dopo il recente caso Carige, il Movimento possa scendere ulteriormente nei sondaggi. Motivo per il quale i grillini sarebbero più propensi a prediligere la soluzione di mercato, magari coinvolgendo più istituti.
Intanto Mps ha comunicato che il 7 febbraio il Consiglio di amministrazione approverà il bilancio 2018, che sarà poi sottoposto al vaglio dell’assemblea l’11 aprile. Il 9 maggio, quindi, si analizzeranno i conti del primo trimestre 2019. In Borsa le quotazioni della banca hanno registrato un piccolo rialzo (+0,5%). Ancora troppo poco per placare le acque.